Mellow Toy Mellow toy
2005 - Bagana Records / V2
Nati nell’inverno 2001, i milanesi Mellow Toy sono giunti alla tappa primo album dopo un demo e un singolo. L’esordio omonimo, undici pezzi cantanti in inglese tranne “Porno” (che sarà il prossimo singolo), è prodotto artisticamente da Olly degli Shandon: le affinità con il gruppo punk rock italiano sono però meno evidenti di quelle con band del calibro di Linkin’ Park e Limp Bizkit.
Nu Metal, Hard Rock e Crossover: questi i generi mescolati dal sestetto lombardo per un gruppo lontano dall’essere originale ma comunque apprezzabile in più di un’occasione per le capacità tecniche dei membri. Chitarra e basso lavorano con tenacia nella creazione di un sound che tende a mescolare strofe dal sapore rap e funky con ritornelli più orecchiabili e maggiormente rock; Ale ed Emi si alternano alla voce urlando quando necessario e scandendo bene le parole in altri momenti: i richiami a “Hybrid Theory” e “Meteora” dei Linkin’ Park diventano sempre più evidenti, canzone dopo canzone.
Da segnalare positivamente l’accattivante rilettura di “Save a Prayer” dei Duran Duran, riproposta con una coloritura decisamente potente; stona, invece, “Porno”, unico pezzo in italiano, un pesce fuor d’acqua di scarsa qualità che rischia di essere la pecora nera in un disco per il resto omogeneo e senza dubbio indicato per gli amanti di certe sonorità ultimamente molto in voga.
Nulla di eccezionale, nulla che non abbiate già sentito fare meglio da gruppi maggiormente quotati: questo però non deve sminuire la passione e l’energia messa da questi ragazzi in un esordio che si lascia ascoltare, con poche riserve, dall’inizio alla fine.
Non è un disco per tutti, questo è certo, ma solo per le orecchie appassionate di crossover e nu metal: se passano dalle vostre parti e amate questo genere musicale non lasciateveli sfuggire perché live, da quel che il disco lascia intravedere, promettono davvero scintille.
Ultima curiosità: fate scorrere l’ultima traccia e ascoltate, nella ghost track, il gruppo che si diverte ad intrattenersi e ad intrattenere provando improbabili presentazioni radiofoniche di “Save a Prayer”.
Nu Metal, Hard Rock e Crossover: questi i generi mescolati dal sestetto lombardo per un gruppo lontano dall’essere originale ma comunque apprezzabile in più di un’occasione per le capacità tecniche dei membri. Chitarra e basso lavorano con tenacia nella creazione di un sound che tende a mescolare strofe dal sapore rap e funky con ritornelli più orecchiabili e maggiormente rock; Ale ed Emi si alternano alla voce urlando quando necessario e scandendo bene le parole in altri momenti: i richiami a “Hybrid Theory” e “Meteora” dei Linkin’ Park diventano sempre più evidenti, canzone dopo canzone.
Da segnalare positivamente l’accattivante rilettura di “Save a Prayer” dei Duran Duran, riproposta con una coloritura decisamente potente; stona, invece, “Porno”, unico pezzo in italiano, un pesce fuor d’acqua di scarsa qualità che rischia di essere la pecora nera in un disco per il resto omogeneo e senza dubbio indicato per gli amanti di certe sonorità ultimamente molto in voga.
Nulla di eccezionale, nulla che non abbiate già sentito fare meglio da gruppi maggiormente quotati: questo però non deve sminuire la passione e l’energia messa da questi ragazzi in un esordio che si lascia ascoltare, con poche riserve, dall’inizio alla fine.
Non è un disco per tutti, questo è certo, ma solo per le orecchie appassionate di crossover e nu metal: se passano dalle vostre parti e amate questo genere musicale non lasciateveli sfuggire perché live, da quel che il disco lascia intravedere, promettono davvero scintille.
Ultima curiosità: fate scorrere l’ultima traccia e ascoltate, nella ghost track, il gruppo che si diverte ad intrattenersi e ad intrattenere provando improbabili presentazioni radiofoniche di “Save a Prayer”.
