Med In Itali Si scrive Med In Itali
2016 - Libellula
La copertina di Si scrive Med In Itali è l'anticamera per questo lavoro, basato sui contrasti, sulle linee molto marcate per colori pastello ben definiti e su quella lacrima che attira l'attenzione in un ipotetico aereoporto dove ci si imbarca per la vita in questo è album diviso tra ricordi e ciò che ci circonda, tra amore ed ironia, tra radici piemontesi e funky, tra ritmi latini e jazz per ottenere un lavoro intenso e che dopo un paio di ascolti fa partecipare al coro con un "siamo tutti Med In Itali", e è impossibile non unirsi al gruppo perchè tra la musica e l'ascoltatore sparisce lo spazio. Le tracce sono caratterizzate da cambi repentini di ritmo e tonalità che creano una miscellanea di sensazioni durante l'ascolto, rendolo facile ma riconoscendo le indubbie capacità di riuscire ad accostare al jazz diversi stili con un risultato spiazzante. Tra sagacia e spirito critico il lavoro ondeggia tra realtà e ricordo, tra italianità e sonorità che non lo sono, tra sentimenti sullo sfondo e il doverli esorcizzare in primo piano e viceversa, riassumibile nel titolo che prende spunto dallo stereotipo dell'italiano nel mondo.
Una chiave di lettura, quella della criticità rispetto agli stereotipi che si capisce solo al termine dell'ascolto totale di Si scrive Med In Itali perchè le singole tracce potrebbero far pensare a significati molto diversi, anche perchè spesso si viene talmente travolti dalle sonorità da perdere il senso. La particolarità del lavoro sicuramente è nella presenza dei fiati (sax, tromba e trombone) arrangiati da Carolina Bubbico e Nicolò Bottasso con la co-produzione artistica di Bergesio.
In Si scrive Med in Itali si passa da Eroi, con l'intro orientaleggiante per una ballata che è un crescendo di intensità, a Difetto Congenito che è puro sarcasmo e che come Med In Itali non si può non canticchiare dopo qualche ascolto, tra questi due estremi c'è l'intero album, c'è il tutto, ma in modo ordinato, maturo e originale al punto di cercarli live.