Maurizio Marrani Solo in Oslo
2015 - Pagina 3 / IRD
Nato a Foligno e formatosi al conservatorio di Perugia, Maurizio Marrani, uno dei talenti emergenti del piano jazz italiano, vanta già diverse collaborazioni e presenze a prestigiosi festival di settore (tra cui quello di casa, Umbria Jazz), ma solo adesso, con questo disco, ha la possibilità di mostrare le sue capacità in modo davvero significativo e personale.
Infatti, Solo in Oslo, risultato di alcuni mesi di lavoro, in completa autonomia, è un progetto ambizioso di solo piano fondato su un reale talento espressivo e compositivo al servizio di valide parti improvvisate, non è un caso che il disco venga subito scelto e prodotto dall'etichetta compaesana Pagina 3. Di rilievo la scelta dello studio di registrazione, il prestigioso Rainbow Studio di Jan Eric Kongshaug (Oslo), dove l'acustica raggiunge livelli di assoluta eccellenza, una perfezione audio in grado di valorizzare appieno i particolari, le sfumature sonore, qui elevate a sostanza e corpo dell'opera stessa.
Tra i brani ci sono diverse cover, classici senza tempo tra cui Havona di Jaco Pastorius, gli standard Beautiful Love e People (splendida nelle sue variazioni di melodia e improvvisazione), Naima e Giant Steps di Coltrane, soprattutto quest'ultima, coincisa e spumeggiante versione, si fa apprezzare per come viene rigenerata, accellerata nel ritmo, dove Marrani esibisce una padronanza musicale invidiabile. Ma sono i quattro pezzi originali che sorprendono maggiormente: con la sequenza continua di note cadenzate di Moscov-Vladivostock , interessante composizione ispirata alla linea ferroviaria transiberiana, con finale in dissolvenza, la brillante armonia creativa di San José, un flusso di energia ritmica, libera e compatta, con oasi romantiche a spezzare, il breve incanto sospeso di Impro e Notturno che percorre misurate e sensibili finezze d'autore .
Tra melodie e improvvisazioni care al jazz moderno, ma solo marginalmente, ad esempio, nelle coordinate classiche di un piano solo di Jarrett e dei suoi flussi di coscienza, Marrani non abbandona la tradizione del jazz più vicina agli stilemi classici di un Herbie Hancock o di un Chick Corea, quindi con attinenze più musicali e meno cerebrali, dove l'espressività e le capacità di interpretare uno stato d'animo trovano, nel suo caldo e brillante pianismo, un'energia contagiosa piena di desiderio, luminosa, viva e diretta, che guarda avanti; non c' è nostalgia ma vita reale, voglia di esprimersi, piano fluente , melodie che scorrono, note che si disperdono impalpabili e vivaci nella nostra mente, fresche come una leggera brezza notturna.
Solo in Oslo è un disco brillante e piacevole, senza cedimenti, ci regala un nome davvero interessante per gli anni futuri e concluso l'ascolto ci fa rivolgere ancora lo sguardo verso quell'albero di copertina, dove ora ci è chiara l'immagine “della vita”, garantita e firmata Maurizio Marrani.