Matteo Maione MAgMA
2024 - Route 61 Music
“Sono sempre stato alla ricerca di una mia espressione musicale e sonora che attingesse sia dalla grande tradizione cantautoriale italiana – afferma l'autore– “quella di Dalla, Battisti, De Gregori, Battiato e altri, ma anche dai grandi nomi della musica internazionale quali i Pink Floyd, David Bowie, The Cure, Talking Heads”. A questi nomi, si direbbe, occorre aggiungere un innesto ancora più contemporaneo, nel solco della scuola romana, da Pinomarino a Silvestri (Ammesso e non concesso), da Fabi a Rancore (nella splendida La Profezia, spoken word con un'intonazione lirica che commuove). Ma Maione ha solide basi compositive, che gli permettono di mescidare le influenze con una cifra originale e con suoni definiti, in sospeso tra folk ed elettronica.
L'"anima ribelle" dell'autore emerge con nettezza e decisione, in alcune scelte di arrangiamento, che fanno risuonare corde intime, come nella traccia che dà il titolo al lavoro, suggestiva per l'intreccio di piano e chitarra, su cui la voce, liricamente sommessa, conduce l'ascoltatore in un viaggio che "risale dal fondo", per portarlo nel magma dell'amore (e qui la difficile rima amore / cuore viene rivisitata con nuova intensità). Altro esempio, differente per atmosfera, è Il mondo che verrà, un brano rock, con elettrica e ritmica in bella evidenza, che svela riflessioni profonde e stimolanti: "senza ali non si vola, il presente è una parola che in un istante si cancellerà...siamo anime dannate, soffocate in un'estate, aspettando il mondo che verrà..."
Altra suggestione tratta dall'ascolto è quella cinematografica; le colonne sonore dei grandi italiani danno fiato a storie raccontate come dei film, con protagonista una voce narrante che, pur consapevole di vivere in un mondo complesso, non si sottomette a questo (come nell'ispirata Qui, o nella complessa L'alba, innervata da un synth efficace e da un ritmo avvincente). In questo, significativo è il primo singolo, nato durante il lockdown, Ad un metro di distanza, che gioca sulla rima, per descrivere in modo magistrale, attraverso inquadrature realistiche e drammatiche, il clima che tutti noi abbiamo vissuto quattro anni fa, perché le esperienze non vengano cancellate o, peggio, minimizzate.
Merito di Maione, ma anche della produzione di Marco Lecci (programming e chitarre elettriche) e Massimo Calabrese (basso, chitarre elettriche e acustiche, tastiere), musicisti dalla grande esperienza con artisti come Cocciante, Alex Baroni, Mia Martini, Chet Baker, Billy Preston, Gianna Nannini e Marco Mengoni. Attendiamo quindi con gioia i live di presentazione di questo lavoro d'esordio, che fa ben sperare per il futuro.