Mirror<small></small>
Jazz Blues Black • Impro • Underground

Match Mirror

2021 - Folderol

03/02/2022 di Vittorio Formenti

#Match#Jazz Blues Black#Impro

Match é il nome del nuovo progetto varato da Giuliano Ferrari (batteria), Giacomo Ancillotto (chitarra) e Federica Michisanti (basso), musicisti della scena romana che in versione quasi da power trio consegnano un lavoro in equilibrio tra raffinatezza e determinazione, sobrietà ed originalità.

Un disco di durata limitata (poco più di 30 minuti) che si ascolta con piacere ed interesse grazie ad un’interpretazione mai scontata e con le idee chiare, mantenendo la barra dritta sulle intenzioni e creando un sentiero sul quale l’ascoltatore segue il combo senza perdere il filo.

Le geometrie del trio sono piuttosto lontane da un approccio classico e ricordano le idee e le proposte di artisti quali Danilo Gallo o, per certi versi, Giulio Corini. Attenzione alla variabile ritmica come elemento in continuo movimento, apertura a linguaggi vicino al rock indipendente, adozione di schemi basati su semplici stralci melodici reiterati, scrittura di strutture lineari aperte e improvvisazione tematica controllata.

I tre strumentisti interagiscono in modo continuo in uno schema democratico che utilizza rari passaggi solistici, se non per enfatizzare qualche momento a beneficio di un effetto corale organico e persistente.

Eppure non bisogna fraintendere; il lavoro è semplice ma non banale, sintetico ma non superficiale. In linea generale la chitarra evoca schemi da rock prog di tipo crimsoniano (secondo periodo) o post-rock anni ‘90, pur senza certe evoluzioni tipiche di Fripp o le provocazioni di O’Rourke. Le idee, in un approccio che può ricordare le proposte colemaniane, si basano su brevi frasi melodiche che rimangono chiare durante tutta l’esecuzione e che costituiscono volta per volta l’identità del pezzo. Su queste idee il basso opera non solo a sostegno ma anche a contributo esecutivo, riprendendole con cadenze spesse in controtempo; a tratti si evoca un funk leggero e spezzato, in altri momenti si apprezza un’omogeneità figlia probabilmente di studi classici. La batteria opera su schemi reiterati, spesso percussivi e talvolta sparsi ad arricchimento di momenti quasi polifonici (Nine e l’affascinante Shapeless, ad avviso di chi scrive il vertice della scaletta).

La palette dei colori resta controllata e anche quando si ha l’impressione di cogliere riferimenti etnici (Mirror) il piglio resta sempre e soprattutto underground.

Un lavoro decisamente interessante in grado di conciliare opinioni e gusti di molti, di chi dal jazz moderno e da certo rock è naturalmente disposto a convergere su traettorie oblique verso un baricentro vitalmente sotterraneo. Decisamente molto interessante.

Track List

  • mirror
  • nine
  • shapeless
  • all alone
  • armadillo
  • van pelt