Massimo Giuntoli Tender Buttons
2020 - Molkaya Rec
Gertrude Stein (1874-1946) fu figura fondamentale per la cultura del primo e secondo novecento. Le sue scelte poetiche segnarono sia scrittori e poeti a lei contemporanei (due nomi quasi a caso: Ezra Pound e Camus) come tutta la poesia vicina o precedente alla Beat Generation (a partire da Burroughs che probabilmente non titolò a caso una delle sue opere più celebri “Soft Machine”). Amica e protettrice di pittori come Braque, Matisse e Pablo Picasso - che la omaggiò del “Ritratto di Gertrude Stein” (1906), il suo primo deciso passo verso il cubismo – la Stein si fece influenzare ed influenzò un modo di pensare l’arte che abbandonava i paradigmi classici di riconoscibilità immediata della forma avviandosi verso una (s)composizione libera, stupita e personale del testo poetico (di qualsiasi natura esso fosse).
In questo Tender Buttons Massimo Giuntoli, fortunatamente, non gioca a scomporre ulteriormente la poesia steineriana ma si concentra su una forma che rispetta in maniera importante la scrittura originaria. Tutti i suoi giochi di parole, la sua metrica mai scontata, il suo lucido andare verso un solo apparente disordine, la sua possibilità di fare poesia partendo dalla quotidianità e dai suoi oggetti ritrovati e “sparsi” sulla pagina scritta. Per fare questo Giuntoli si appoggia ad una forma musicale solo in apparenza “banalmente” canterburiana. In realtà una scrittura musicale debitrice di molto ‘900 colto e popolare. Un segno tangibile di una cultura a 360 gradi, non solo musicale, di cui Giuntoli si rivela capace di fare sintesi in maniera lieve e sempre interessante.
E la cosa non sorprende. Massimo Giuntoli negli ultimi anni si è mosso con grande intelligenza anche come animatore culturale con la rassegna Alterazioni in cui programma Musiche di frontiera e senza confini; di nicchia ma non spocchiose; ricercate ma godibili da chiunque si approcci alla musica con curiosità. Allo stesso modo, e da ancora più tempo, produce musica pregevole e non scontata come negli ultimi Piano Warps (2016) e il progetto Hobo (2018) con la violinista Eloisa Manera.
Ha poco senso citare il titolo di qualche brano. Ci resta da segnalare come il CD contenga tutti i testi delle diciannove poesie della Stein musicate. Perché è assolutamente esperienza da fare il leggerne mentre Giuntoli ne canta le parole senza perderne mai la forma originaria. Totalmente al servizio di una parola, già di per sé, bastante.