Atto di Dolore<small></small>
Derive • Suoni

Massimo De Mattia Atto di Dolore

2011 - Setola di Maiale

23/05/2011 di Gianpaolo Galasi

#Massimo De Mattia#Derive#Suoni

Com’è il suono di eros? Di difficile descrizione. In pochi ci sono riusciti, senza cadere nei simulacri, nelle oloeografie, nei dogmi. Un po’ come parlare di Dio, devi essere un grande mistico.

Non è un caso che Atto Di Dolore, ultima fatica di Massimo De Mattia, parta proprio da chi ha unito la visione e il desiderio: Georges Bataille, Jean Genet, Pier Paolo Pasolini. Quando sensualità non fa rima con languore, ma con frammentazione, desiderio di unità e coscienza. Pietas. Tensione alla trascendenza.

Una prima indicazione la fornisce la foto di copertina, la seconda le note scritte al suo interno. Non è un caso che il disco si apra con P P P, composta come colonna sonora per La Ricotta, e che la musica contenuta nell’album sia indicata come ‘una forza del passato’ (la poesia pasoliniana che Orson Welles recitava nel cortometraggio). E’ chiaro che sono il flauto ancestrale di De Mattia e la chitarra elettrica sottilmente spettrale di Denis Biason (protagonisti anche di due album in dialogo, usciti sempre per i tipi di Setola di Maiale) i protagonisti, affiatati nello scardinare e riordinare coordinate espressive, flussi pulviscolari sempre al di là della codificazione, per quanto sia il piano di Bruno Cesselli che le percussioni di Zlatko Kaucic siano molto più che semplici appendici; lo dimostra Hot God, chitarra e flauto a disegnare i rivoli di un fiume nervoso nel cui vortice gli altri strumenti vengono cooptati e costretti a lavorare di cesello, per captazione; o Paesaggi anteriori a Dio tesa a evocare una presenza la cui attesa si rimargina a ogni pausa tra le note, dl valore di un silenzio, di un diniego, ciascuna.
Ogni nota è amplificata da un’eco, la cui evidenza è quasi più vivida del colpo che le dà forma, così anche in Mater, dedicata a Susanna Pasolini, dove timpani e chitarra aprono a uno spazio meditativo entro il quale il flauto incarna inquieti passaggi di grumi sonori, col pianoforte giocato su picchi leggeri e risonanze tanto lievi quanto insistite, fino alla chiusura con Atto di dolore, un cupo timbro di fiato che risplende di un sentimento antico, fatto di lievi ma costanti insistenze di spazzole e timpani, e di risonanze cupe che si sollevano dal profondo, appena levigate da leggeri grappoli di note, mentre la chitarra emette timide dissonanze appena accennate che delineano una circolarità accerchiante.

Disco che forse si potrebbe definire, affrettatamente, notturno, è invece oltre la notte, in quella terra di mezzo tra due albe, musica di passaggio, di sospensione, di attesa e di difficili equilibri: vorremmo ascoltarla dal vivo per pesarne la capacità di resa al di fuori del supporto discografico, per verificare se si tratti esattamente, seppur non di innovazione, di una minuta epifania.

Track List

  • P P P
  • Hot God
  • Paesaggi anteriori a Dio
  • Mater
  • Atto di dolore