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Mary Chapin Carpenter, Julie Fowlis, Karine Polwart Looking For The Thread
2024 - Lambient Light Records - Thirty Tigers
#Mary Chapin Carpenter, Julie Fowlis, Karine Polwart#Americana#Songwriting
Julie Fowlis, Karine Polwart, Mary Chapin Carpenter, è la risposta, con la sua musicamedicina, che allevia ogni pena, e torna a darci speranza di respirare, in mezzo a inguistizie, lutti e sofferenze. Le tre musiciste si ammirano da tempo, e hanno scelto proprio gennaio, il mese in cui si tiene il festival Celtic Connections, in cui si sono esibite insieme per la prima volta, per pubblicare un disco nato per unire, fin dalle loro origini: Fowlis e Polwart sono infatti scozzesi, mentre Chapin Carpenter americana, e intendono resuscitare lo spirito delle famose Transatlantic Sessions, che propongono da decenni il meglio della folk music da una parte e dall'altra dell'Atlantico.
Il progetto è suggellato fin dal brano di apertura, in gaelico: Gradh Gael Mo Chridhe, registrato in occasione della recente scomparsa del fisarmonicista scozzese Fergie MacDonald, contiene tutto l'incanto del canto d'amore, un sean nòs che proviene da un altro spazio e un altro tempo, come se la costa scozzese e quella del Nuovo Continente fossero idealmente unite dal comune sentimento della nostalgia e del desiderio, mentre gli strumenti, primo tra tutti il fiddle, sottolineano l'eterna anima folk dell'ispirazione. Altrettanto affascinante è Buidheann Mo Chridhe Clann Ualrig, in cui la voce di Fowlis si innesta in un tessuto armonico complesso, sottolineato dalle voci delle altre due musiciste e dai suoni ipnotici sostenuti da un hardanger d’amore, un violino a dieci corde di origine nordica, suonato magistralmente da Caoimhin O’Raghallaig. Ma l'intesa si rivela in modo mirabile anche nei brani cantati in inglese e scritti dalle artiste, come nel caso di Hold Everything, scritta da Polwart e ispirata a John Berger, sulla resistenza e sopravvivenza delle donne, o la soffusa Silver in the Blue, composta da Fowlis, che usa la metafora del rischio che corre la specie del salmone scozzese per infondere energia e speranza in chiunque si trovi in difficoltà, e temi l'estinzione.
Coinvolgente è anche il respiro complessivo conferito dagli arrangiamenti, che uniscono i suoni celtici della tradizione con echi contemporanei, come l'arpeggio di chitarra nella lunga e complessa You know where you are, che si intreccia con il violino, il tin whistle e con un coro conclusivo dalla polifonia suadente. La canzone più interessante in tal senso mi pare essere la title track, impostazione moderna con un tin whistle a fare da controcanto, mentre Satellite, scritta da Chapin Carpenter, colpisce al cuore con la riflessione di Carpenter sulla solitudine di un oggetto abbandonato nello spazio, ignorato, alla ricerca di una casa e di un finale adatto all'inizio, con qualche sfumatura autobiografica. Che siano il satellite, il salmone, il faggio di Rebecca, il bird che migra in You where you are, le tre artiste ci aiutano nel compito, non sempre facile, di cambiare prospettiva, di vivere in empatia con gli altri.
Se cerchiamo anche noi il thread, il filo che ci possa non legare, ma unire a quanto desideriamo veramente, questo disco può aiutarci; basterebbe seguire il consiglio dell'ultima canzone: Send Love...anche se dovesse rimanere un unicum nel loro percorso artistico, le tre musiciste hanno comunque concepito un'opera importante. Un sogno, poterle ascoltare dal vivo; per ora, il tour si ferma in UK.
Quanto abbiamo bisogno di un momento di calma, di una luce nelle tempeste della vita, di un posto dove stare, di fare spazio a noi stessi; ma spesso non sappiamo come realizzare questo sogno. Forse, Looking For The Thread, l'ultimo lavoro proposto da Il progetto è suggellato fin dal brano di apertura, in gaelico: Gradh Gael Mo Chridhe, registrato in occasione della recente scomparsa del fisarmonicista scozzese Fergie MacDonald, contiene tutto l'incanto del canto d'amore, un sean nòs che proviene da un altro spazio e un altro tempo, come se la costa scozzese e quella del Nuovo Continente fossero idealmente unite dal comune sentimento della nostalgia e del desiderio, mentre gli strumenti, primo tra tutti il fiddle, sottolineano l'eterna anima folk dell'ispirazione. Altrettanto affascinante è Buidheann Mo Chridhe Clann Ualrig, in cui la voce di Fowlis si innesta in un tessuto armonico complesso, sottolineato dalle voci delle altre due musiciste e dai suoni ipnotici sostenuti da un hardanger d’amore, un violino a dieci corde di origine nordica, suonato magistralmente da Caoimhin O’Raghallaig. Ma l'intesa si rivela in modo mirabile anche nei brani cantati in inglese e scritti dalle artiste, come nel caso di Hold Everything, scritta da Polwart e ispirata a John Berger, sulla resistenza e sopravvivenza delle donne, o la soffusa Silver in the Blue, composta da Fowlis, che usa la metafora del rischio che corre la specie del salmone scozzese per infondere energia e speranza in chiunque si trovi in difficoltà, e temi l'estinzione.
Coinvolgente è anche il respiro complessivo conferito dagli arrangiamenti, che uniscono i suoni celtici della tradizione con echi contemporanei, come l'arpeggio di chitarra nella lunga e complessa You know where you are, che si intreccia con il violino, il tin whistle e con un coro conclusivo dalla polifonia suadente. La canzone più interessante in tal senso mi pare essere la title track, impostazione moderna con un tin whistle a fare da controcanto, mentre Satellite, scritta da Chapin Carpenter, colpisce al cuore con la riflessione di Carpenter sulla solitudine di un oggetto abbandonato nello spazio, ignorato, alla ricerca di una casa e di un finale adatto all'inizio, con qualche sfumatura autobiografica. Che siano il satellite, il salmone, il faggio di Rebecca, il bird che migra in You where you are, le tre artiste ci aiutano nel compito, non sempre facile, di cambiare prospettiva, di vivere in empatia con gli altri.
Se cerchiamo anche noi il thread, il filo che ci possa non legare, ma unire a quanto desideriamo veramente, questo disco può aiutarci; basterebbe seguire il consiglio dell'ultima canzone: Send Love...anche se dovesse rimanere un unicum nel loro percorso artistico, le tre musiciste hanno comunque concepito un'opera importante. Un sogno, poterle ascoltare dal vivo; per ora, il tour si ferma in UK.