Mardi Gras Sandcastle
2024 - Underground Symphony
“America. Jersey City. In un paese in cui il male si presenta agli umani nelle forme più disparate, due fratelli soli al mondo inciampano in disavventure malinconiche, finché, grazie alla forza dell’amore, riusciranno a trasformare sé stessi e a cambiare il loro destino. Legati da un rapporto disperato e inevitabile, come solo il vincolo di sangue può essere, vivono la vita in comune, esistono insieme invece che divisi, si sentono qualcosa quando gli altri sono nulla. Perché due fratelli sono già una famiglia“. Cosi lo scrittore Sandro Bonvissuto presenta la storia di Sandcastle, disegnato da Filippo Novelli (fondatore del blog Detti e Fumetti) su soggetto originale di Sante Sabbatini, Francesco Braida e dello stesso Novelli, con sceneggiatura e dialoghi a cura di Novelli, Dario Santarsiero (redattore di Detti e Fumetti per la sezione Teatro e Letteratura), e Fabrizio Fontanelli chitarrista dei Mardi Gras, che hanno messo in musica la storia, dando forma al loro quarto album di studio.
Una vicenda forte, emozionante, dai temi scottanti: il bullismo, la violenza di genere, il potere mafioso, che, nel disco, prende forma di otto canzoni, in cui la band (alla voce Liina Rätsep, Fabrizio Fontanelli alla chitarra acustica, Alessandro Matilli al piano e tastiere, Carlo Di Tore Tosti al basso, Valerio Giovanardi alla batteria e Fabrizio Del Marchesato alla chitarra elettrica) dà il meglio di sé, confermandosi una delle realtà più significative del rock italiano, con uno sguardo alla scena internazionale.
Le tinte, come si può intuire dall'argomento, sono intense, e trasudano drammaticità e forza espressiva, dall'iniziale The Dance of the Sand, dal giro di piano introduttivo che porta a un crescendo che già definisce il sound dell'opera, mentre la voce canta versi di grande pathos: "Ooohh, tried to reach me So you never No, you never realized that It’s the dance of the sand...". Tutte le tracce però sono ricche di emozioni, e toccano ogni corda del sentimento, come si addice a una colonna sonora.
E infatti Cinematica si intitola un brano, dalla forte impronta rock, con un'elettrica che apre a una ritmica incalzante, proprio da film d'azione, come anche Stop The Presses, dai synth potenti e con la voce elaborata di Rätsep a dare spessore al tutto. Ma c'è spazio anche per le ballate intimistiche, come la splendida Lia's Theme, echi alla U2, a segnare un testo profondo: "Speak to me break the silence / It’s not late / Shadows still hungry / Empty words mean revenge..." L'impronta irish si avverte anche in After The Fire, i Frames in chiave contemporanea, con la voce che interagisce con background vocals di grande effetto e con Matilli che si lancia in un assolo di piano da brividi.
La storia prosegue, e non riveleremo nulla, ma segnaleremo solo altri due momenti importanti: la scura, inquietante Wake Up, con l'invito a rompere il silenzio ("The end is near / Tear it down"), e la conclusiva Don’t Touch The Sinner, cpn l'arpa delicata di Valeria Villeggia che sostiene il canto, mentre la band esplode con un'energia da orchestra sinfonica.
Siamo certi che la resa live amplificherà le emozioni provate durante l'ascolto; aspettiamo quindi il prossimo tour.