Marco Bardoscia Legnomadre
2023 - Tuk Music
In questo lavoro Marco opera in quintetto aggiungendo ai due partner di cui sopra il grande Gabriele Mirabassi (clarinetto) e Simone Padovani (percussioni), ai quali si uniscono anche Mannarino (voce nella seconda traccia) e l’Orchestra da Camera di Perugia. L’opera è una prosecuzione logica della precedente, della quale mantiene il messaggio umano arricchendolo da un punto di vista corale: il legno è un materiale prezioso per l’armonia naturale e in quanto tale va rispettato nel quadro di un’armonia complessiva oltre una semplice logica antropocentrica.
Di per sé l’onomatopea del lavoro non evoca direttamente l’oggetto del tema, il legno appunto, ma certamente enfatizza un’estetica naturale, diretta e spontanea principalmente basata sul senso della melodia.
Sotto questo aspetto emblematica è la traccia iniziale; lirica, quasi cinematica per le immagini pastorali suggerite, ritmicamente distesa e con semplice struttura AAA ripresa da strumenti diversi. Una vera e propria intro ad un lavoro attraente che gioca la sua proposta in bilico tra basi classiche, folk mediterraneo e clavi latine.
Diversi infatti sono i momenti che si riferiscono alla musica cubana, alla samba e al mood popolare del nostro bacino, il tutto fuso organicamente.
Altra cifra del disco è l’aspetto strumentale, sia dal punto di vista timbrico che tecnico. Le voci che intervengono sono tutte ottenute da legni, in coerenza al titolo ed al significato dell’opera. Emerge con decisione il contributo del clarinetto di Mirabassi, autentico riferimento al riguardo e profondo studioso della musica sudamericana che interpreta non in chiave filologica, ma fondendola con la sua esperienza sia classica che jazz, creando fraseggi unici.
Il contrabbasso di Marco riesce ad essere corposo, con cavata potente, ma anche agile e melodico agendo così sia come unità ritmica che motivica; stesso effetto è ottenuto nelle sezioni del pianoforte.
Le percussioni e la batteria operano in sinergia, creando calore e spazialità grazie alla dialettica tra pelli e piatti.
Gli interventi dell’ensemble da camera non risultano per nulla artificiosi ma contribuiscono a quella ricchezza melodica di cui si parlava, risultando del tutto compatibili grazie alla natura “classica” dell’interpretazione di fondo.
Il cammeo da crooner di Mannarino conferma l’adesione al senso del progetto anche per quel che concerte la parte vocale.
Un disco che fluisce con sicurezza e chiarezza, classe e raffinatezza, spontaneità e accessibilità; per nulla scontato tiene acceso l’interesse dell’ascoltatore grazie alle sue tante sfumature del tutto compatibili con il messaggio di fondo: la protezione dell’ambiente, qui raccomandata senza alcuna retorica e in tutte le sue anime ben tradotte musicalmente.