Mandolin Brothers 6
2019 - Martinè Records / IRD
Down here we keep on singin' the Blues"
("Down here")
40 e 6. Numeri buoni da giocare, se si vuole tentare la fortuna. Numeri ottimi da ascoltare, se hai voglia di partire insieme ai Mandolin Brothers. Un viaggio a finestrini abbassati verso un' America di confine, a volte pretesto per allargare il panorama, perché Santa Fe e Voghera sono più vicine di quanto si pensi.
Jimmy Ragazzon autografa "Down Here", un brano di speranza e libertà, di muri fisici e mentali, del vento idiota che continua imperterrito a soffiare. Jono Manson ci mette musicale zampino e, dalla sala di produzione, fa uscire una "Face the Music" viscerale e trascinante, "un'altra canzone da cantare prima di scomparire". Paolo "hotfinger" Canevari e Marco "Rovo" Rovino recitano la parte di piromani gentili, il cui combustibile di chitarristica maestria, incendia solo la passione di chi ascolta, avviene in "Lost love", dai riff sconfinanti in territori southern e, soprattutto, nella mia personale highlights, "Bad nights".
Jimmy racconta di sbronze e rimpianti, di un’ultima canzone nella notte solitaria, Riccardo Maccabruni stende il suo pregiato tappeto di tastiere e Paolo Bonfanti non chiede permesso nel portare la sua chitarra alla festa, lasciando mancino segno di cotanta classe
Daniele Negro e Joe Barreca sono la miglior polizza ritmica sul mercato, con loro alle spalle puoi spaziare da brani più rilassati come "It"s time", "A sip of life" e, soprattutto, nel bucolico gioiello "Lazy days", oppure a quelli in cui i piedi tengono il tempo, come nell'iniziale "My girl in blue".
Makka, musicista di poliedrica attitudine, ci regala "If you don't stop" dal testo dolceamaro e di musicalità piacevolmente affine alla premiata ditta a nome The Band. Si passa dal sentito omaggio a Steve Earle con "The other kind" per chiudere cerchio e album con "40 long years" che toccherebbe il cuore di un blocco di marmo. Mandolino pizzicato, fisa che ricama sui ricordi, sul presente e sulla voglia di continuare a vivere "good times". Bruno De Faveri è "in the house", il ricordo è una fiamma ancora ben accesa.
Con questo disco I Mandolin Brothers mettono ancora una freccia al centro del bersaglio. Chi ha sogni da realizzare e storie da raccontare ha, da sempre, una gran bella mira.