Malcolm Holcombe The RCA Sessions (Deluxe Edition DVD+CD)
2015 - Proper Music / IRD
#Malcolm Holcombe#Americana#Songwriting #Blues #Folk #Country #Roots
Non a caso è Who Carried You, perla di struggente bellezza originariamente custodita nell'album sopracitato, ad aprire il disco attraverso cui il songwriter americano ripercorre il proprio percorso artistico. Sedici tracce registrate nel prestigioso RCA Studio di Nashville e prodotte dal fido Ray Kennedy che toccano tutti e dieci i capitoli discografici di questo splendido vangelo apocrifo americano. Nell'edizione deluxe al CD si affianca un DVD, prezioso testimone oculare di quella magica alchimia che già si respira al semplice ascolto. A supporto della chitarra acustica e della voce di Holcombe – che di per sé sarebbero più che sufficienti per far gridare al miracolo – possiamo godere di una band di gran pregio. All'ormai inseparabile Jared Tyler (chitarra elettrica, dobro, lap steel), al contrabbassista Dave Roe (Johnny Cash, John Mellcamp), al batterista Ken Coomer (Wilco, Steve Earle) e a Tammy Rodgers (violino, mandolino) si aggiungono ospiti d'eccezione, tra cui senza alcun dubbio spiccano Jelly Roll Johnson e la sua armonica in preda ai diavoli blu.
E' bene precisare, innanzitutto, che l'ombra del greatest hits di turno, necrologio della creatività, non oscura nemmeno minimamente The RCA Sessions, che si rivela, anzi, esattamente l'opposto. La voce di Holcombe, rauca e penetrante come non mai, diventando tavolozza-forziere di ogni esperienza passata ridipinge una produzione musicale di ben due decenni.
La galoppata blues in fingerpicking di Butcher In Town e le radici americane che affiorano prepotenti dal terreno di Down The River; l'urlo liberatorio di To Drink The Rain ( Free from worry free from pain /stick with me and I'll show ya how to drink the rain) che graffia la gola di chi lo partorisce per poi cicatrizzarsi nell'anima di chi lo ascolta. E le labbra serrate, i gorgheggi tuonanti, le parole sbiascicate al limite dello strappo ad impreziosire Pitiful Blues, alimentata da spazzole che suonano come serpenti a sonagli.
Il cerchio si chiude, infine, ad un grido lontano da qui, esattamente dove tutto era iniziato. E'la splendida voce di Maura O' Connell a contrastare il catrame ruvido di Holcombe in A Far Cry From Here, ballata per chi l'amore l'ha sempre e solo preso in prestito (But I believe in wastin' the years / speakin' of the deer who has been spared / innocence so near / a far cry from here).
Malcolm Holcombe si conferma essere uno sgangherato treno blues che va a fuoco con un carico di whiskey annesso. Nonostante le fiamme (e gli anni che passano) questa locomotiva continua a viaggiare imperterrita su binari di dobro e violino, sbuffando fumo baritonale talmente scuro e caldo da farci perdere i sensi una volta che ne veniamo avvolti e travolti al contempo. Il paesaggio folk che si intravede dai finestrini anneriti è autentico e sincero, impagabile e rarissimo marchio di chi ha vissuto senza riserve la propria vita, per poi riservarci, a sua volta, una manciata di meravigliose canzoni alle cui porte ancora soltanto in pochi hanno osato bussare. The RCA Sessions potrebbe essere il vostro lasciapassare.