Maceo Parker It`s All About Love
2018 - Leopard / IRD
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Parker suona e canta con un timbro pulito e suadente, a dispetto dei suoi 75 anni, e l'ensemble della radio pubblica tedesca lo supporta degnamente dal 2007, quando lo accompagnò in una serie di performance live dedicate alla musica di Ray Charles. Gli arrangiamenti del direttore Michael Abene sono studiati a puntino (si ascolti l'inizio di I'm In Love), ma la pulizia formale sembra molto lontana da quel groove sporco che la situazione richiederebbe. Sembra quasi che la formula originale del cocktail parkeriano (“2 per cento jazz e 98 per cento funk”) si rivesta di una patina di “classicità” tipicamente europea, un po' posticcia. L'operazione appare quindi riuscita a metà, e ripropone il dilemma di sempre: fino a che punto una band di visi pallidi può davvero aspirare a suonare sufficientemente afro-americana? La risposta non c'è, e ciascuno è libero di darsi, con la dovuta approssimazione, la sua.
Premesso questo, c'è di che lustrarsi le orecchie. L'inizio di Who's Making Love ti prende alla gola e ti scuote per sfoggio di potenza. I'm In Love ha dalla sua i riff sontuosi e magniloquenti della Wdr Big Band: sax e chitarra (Paul Shigihara) si adagiano alla perfezione sui fiati dell'ensemble, quasi in un gioco di call & response; in più c'è un ottimo intervento del trombone (Andy Hunter). Segue un pezzo degli Isley Brothers del 1972: Gonna Put Your Lovin' In The Lay Way funkeggia da subito, ma forse largheggia eccessivamente in durata degli assoli, un po' scontati e leggeri. Parker ritrova però la giusta concisione in Love The One You're With, la cui versione originale è firmata da Stephen Stills (1970): il suo fraseggio sincopato è coinvolgente e scintillante, carico di ritmo ed emozione, libero di esplodere dopo la melliflua introduzione del flauto. Love Won't Let Me Wait riempie lo spazio riservata all'immancabile ballatona, dove il sax tace e lascia spazio all'elegante tromba di Andy Haderer. Detto che Isn't She Lovely, pur sembrando fin troppo pop e scontata, offre un interessante confronto tra le voci dei due altoisti (il capobanda e Karolina Strassmayer della Wdr Big Band), tocca a una canzoncina da musical chiudere lo show. In I Love You A Bushel And A Peck l'atmosfera cambia e si assapora finalmente un po' di ironia e di gusto dell'improvvisazione da jam session: è il brano più inaspettato e di spirito autenticamente jazzistico della raccolta.