Macadamia Limine
2023 - Sangita Records / Sputnik Music Group
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Il gruppo si contraddistingue per le sonorità dream pop, che si pongono sul labile confine tra il sogno e la realtà, con le loro melodie sfumate, mai troppo forti e mai troppo deboli: questo mondo di mezzo è rappresentato anche graficamente sulle copertine dei loro lavori (CD + singoli), che hanno il sapore di opere avanguardiste futuriste. Lìmine, nel suo essere una fine, è anche un inizio, un lasciarsi alle spalle le incertezze e i dubbi, per affrontare con coraggio l’ignoto, lo stesso che si scorge nella foto del disco, composta da una serie di cornici (probabilmente porte) attraversate da un bagliore rosa: un ignoto che non spaventa, ma invoglia ad attraversarle, per andare incontro a qualcosa di nuovo. E infatti la parola “lìmine”, come spiega la band, composta da Alessandra Guidotti, Andrea Cascini e Emanuele Fusaro, “è il varco per cui si entra in un luogo o in un ambiente [Treccani]. "Lìmine" è quindi una transizione, la soglia del cambiamento, quella che fiorisce in inverno e che ti gela d’estate.”
Superando quindi questa soglia ed approcciandoci al disco dei Macadamia, ci imbattiamo in una composizione musicale che fonde la preponderante vena elettronica a sonorità più rock, come è ben ascoltabile in Pollock. La traccia di apertura del disco, mcdm1.0, ha una melodia molto interessante; oltre che trasmettere l’idea di essere un brano leggero e sospeso, racchiude un po’ anche il modus operandi del gruppo, ovvero quello di dare molto spazio alla musica, uno dei loro elementi di forza. Questo è ben evidente in Adele, l’ultimo brano, nel quale la voce lascia spazio a un lungo assolo degno di una conclusione di disco. Aspetto evidente anche in canzoni come Frutta fresca o Mon Amour, dove la voce si incastra perfettamente nella leggerezza della musica. Di tutti, però, il brano più bello del disco è sicuramente Anna, all’interno del quale vive la vera essenza del gruppo fatto di tre anime diverse: c’è il rock, la voce potente, la rabbia, l’incertezza e la calma.
Nonostante alcuni momenti un po’ dubbi (giustificabili per un disco d’esordio), con il loro stile un po’ anni ’70 e le loro melodie delicatamente psichedeliche, i Macadamia ci fanno entrare nel loro sogno musicale fatto dall’ “abbandono dei nostri “ma” e la ricerca nei nostri se”, un posto in cui “mettersi di fronte ad uno specchio per riconoscere una persona diversa da quella che pensavamo appartenerci.”