Lukasz Mrozinski L`esistenza infinita di ogni momento nel tempo
2024 - I Dischi Del Minollo
Cominciamo col dire che si intitola L’esistenza infinita di ogni momento nel tempo e che è uscito il 22 settembre come numero 100 in catalogo per I Dischi del Minollo. Già queste minime informazioni hanno un significato ben preciso: il numero cento celebra una collaborazione e una sinergia tra etichetta e artista e un percorso di crescita condivisa da una parte; dall’altra il giorno d’uscita corrisponde all’equinozio autunnale, il momento in cui la luce è perfetta: questo concetto, come vedremo, si rispecchia anche nell’album in questione.
Parliamo delle musiche originali tratte da un’opera audiovisiva dell’artista, che il pubblico potrà vedere in una performance dal significato decisamente profondo.
Non siamo di fronte a un lavoro di facile fruizione confezionato per un facile mercato, ma a qualcosa che richiede, da parte di chi ascolterà e di chi vedrà, un’attenzione particolare, dalla quale scaturiranno riflessioni del tutto originali: mai come in questo caso l’artista è inscindibile dall’arte che ci propone.
In un’unica traccia da 50 minuti si esplorano paesaggi fisici, mentali, sonori dove non ci sono condizioni e soprattutto si cerca di annullare qualsiasi condizionamento esterno in un viaggio di conoscenza e ricordo della propria essenza.
Se filosoficamente parliamo del “nosce te ipsum” ("conosci te stesso"), Mrozinski ci mostra una via verso la consapevolezza di sé attraverso uno scavo, sia visivo sia uditivo, nelle percezioni umane. Un viaggio non facile, spesso scomodo, faticoso, doloroso, ma onestamente bellissimo.
Tra luci ed ombre decisamente inquietanti, scopriamo di conoscere una minima parte di ciò che abita il nostro corpo e che i condizionamenti ambientali e sociali, tesi all’azzeramento del nostro potenziale umano, richiedono uno sforzo teso al ricordarsi di sé per incontrarsi. La musica, accompagnata da momenti acustici dove Mrozinski esplicita il senso del suo viaggio con testi sporadici, ma assolutamente significativi, ci proietta in momenti oscuri, onirici, in discese verticali e sperimentazioni sul suono e sulle vibrazioni che non si discostano dal Battiato più audace.
Le varie forme dell’esistenza ci vengono raccontate con scelte precise tra parole e note. Ogni attimo è percepito e vissuto come arte, alla quale contribuiscono anche rumori ambientali e voci in vari movimenti.
Chi avrà la possibilità di fruire dell’opera completa, noterà una miriade di simboli, tra cui spicca per intensità il velo che copre il volto del protagonista (un vero e proprio velo di Maya che nasconde la realtà delle cose), e farà con lui il percorso di consapevolezza dell’esistenza di questa sorta di sudario, prendendo atto di sé e della propria essenza.
L’esistenza infinita di ogni momento nel tempo richiede senza dubbio la partecipazione attiva di chi gli si approccia: proprio per questo motivo è un disco importante, che si discosta dalla comodità confortante delle cose a cui siamo abituati e merita assoluta considerazione.