Luciano Tarullo Qualcosa di vero nel mondo
2024 - La Saletta
Qualcosa di vero nel mondo si colloca nel solco della tradizione cantautorale. Quasi un tuffo nella produzione di autori delicati come Goran Kuzminac, Mario Castelnuovo, ma anche più indietro nel tempo fino a Rino Gaetano.
Mi piace l'apparente semplicità degli arrangiamenti, che mettono in risalto testi ispirati da una delicatezza di cui c’è tanto bisogno.
Di solito non amo recensire ogni traccia; preferisco cogliere nell’insieme del disco le sensazioni che l’ascolto mi provoca, ma ci sono picchi di intensità che non si possono sottovalutare: è il caso di Puoi chiedermi quello che vuoi, vero e proprio lampo abbagliante che da solo illumina e descrive lo spirito che aleggia in ogni nota del secondo lavoro di Tarullo.
Che poi, del resto, stiamo qui a parlare e ad analizzare i suoni e le parole che stanno dentro nei dischi, ma spesso quello di scomporre non è un esercizio utile; per esempio, amo suggestionarmi, e mi piace immaginare lo stato d’animo di chi (ognuno a modo suo) usa il proprio talento per comunicare e condividere qualcosa di personale e intimo. E allora bene così. Bene a chi ha contribuito a confezionare queste canzoni: Frank Cara alla chitarra elettrica; Ivan Tornese alla chitarra elettrica e cori; Roberto Guariglia al basso, chitarra acustica e chitarra elettrica; Michelangelo Sarnicola alla batteria; Vincenzo Bilo agli archi e Piera Lombardi ai cori; Luciano Tarullo al pianoforte e chitarra acustica.
Per fortuna che c’è qualcuno che ci ricorda che “prima che si faccia troppo tardi, scopriremo di esser grandi”.