Linda Gambino Unexpected
2024 - Filibusta Records
Ad accompagnarla in questo viaggio sono il chitarrista Andrea Zacchia, il contrabbassista Giordano Panizza e il batterista Maurizio De Angelis. Il titolo del disco – dall’inglese inaspettato – ricalca l’origine spontanea del progetto musicale, nato in realtà come un semplice confronto sugli accordi di un brano tra Gambino e Zacchia, ma che si è trasformato poi in un piacevole disco jazz.
L’album si apre con una reinterpretazione di My Favorite Things di Hammerstein II e Rogers, brano che la cantante riesce a fare suo, e insieme ai compagni musicisti propone in una versione in quattro quarti, offrendo un andamento accattivante dato anche dalla serrata linea di walking bass. Segue It Wasn’t Love, primo dei tre brani firmati da Gambino e Zacchia, un vero e proprio pezzo d’altri tempi, simpatico, ritmato e colorito da brevi stacchi che concedono la scena a turno anche a basso e chitarra.
Lo stesso vale per l’allegra interpretazione di Everything Happens to Me di Dennis e Adair. Il clima cambia però con Let’s Take Whatever Comes Instead, altro brano originale che trascina l’ascoltatore in un’atmosfera romantica e delicata. Gli strumenti accompagnano lentamente Gambino, che in questo pezzo è più protagonista che negli altri. La sua pronuncia è perfetta e la voce riempie con naturalezza ogni spazio. Anche la chitarra di Zacchia contribuisce alla buona riuscita del brano, prediligendo la qualità alla quantità nello spazio che si prende come solista. Suona frasi relativamente brevi, ma ben disposte.
Il disco riprende tiro con Honeysuckle Rose di Fast Waller e Razaf. Batteria, contrabbasso e chitarra diventano un treno in corsa su cui però Gambino canta a suo agio. La parte centrale del pezzo è dei tre musicisti che a turno danno il meglio di loro, dando anche l’impressione di divertirsi. Vengono poi ripresi dalla voce per il gran finale. Ed esattamente lo stesso si può dire per l’interpretazione di Taking a Chance on Love di Luke e La Touche.
Sorprende la chiusura del disco. Il terzo e ultimo brano di Gambino e Zacchia è Your Hands, che inizia con un canto a cappella. Come per il precedente pezzo originale, l’atmosfera cambia e scendono i bpm. La ritmica si riduce al minimo suonando però una calda successione di accordi, risultando davvero efficace.
Le quattro interpretazioni sono ottime, Gambino è impeccabile, ma risulta più interessante soffermarsi sui tre brani che ha composto con Zacchia, che hanno un’identità ben definita. L’amore per il jazz dell’autrice si percepisce, così come gli echi di grandi cantanti che ha approfondito durante i suoi studi, come Ella Fitzgerald, Sara Vaughan e Betty Carter.