S’inizia con la voce ancestrale e il coro a ripetere lento e intenso come una nenia in un corteo funebre. Poi suoni di archi e piano piano gli altri strumenti a soffocare la tensione e finalmente lo stacco per liberare l’energia del pieno violento della band. Tutto l’album, non solo questa iniziale Scissor, vive nell’alternarsi di una vena violenta ed intensa con momenti di pace inattesa e ma comunque intrisa di tensione. No Barrier Fun sembra un brano partorito da Mr “Eels” ma in un clima molto più inquietante. Here Comes The People”è velvettianamente ossessiva ma ha un’apertura pianistica che ricorda i CSI del live “In Quiete”.
Il gioco, con Drip, si sposta in un onirico malsano e sospeso per poi ricacciarsi nella ritmica serrata e distorta di Scarecrows On A Killer Slant incubo potente che si fissa nelle orecchie. E quindi la barrettiana e lisergica I Still Can See An Outside World che precede l’ennesima sofferta gemma in odore di solfureo e malato pop: Proud Evolution che ricorda, fra le tante cose, i Radiohead come gli U2. Con The Overachievers siamo a cavallo della più cattiva e movimentata post-Wave ascoltabile oggi. Rimane da sentire l’incubo potente di Goodnight Everything (con gli ottoni a suggerire marcette infernali) e l’ondulata vaghezza onirica di Too Much Too Much che chiude l’album con filastrocche gonghiane da teiere volanti.
Resta da segnalare come nelle prime versioni del disco (la cosiddetta De Luxe Edition) fosse presente un cd con i remix dei brani ad opera di un’umanità varia che spaziava dalle Pink Dollaz a pionieri della New Wave elettronica ed essenziale come Alan Vega/Suicide. Tra gli altri nomi Kazu Makino dei Blonde Redhead, Devendra Banhart, Throbbing Gristle e Thom Yorke. Ancora chiedo scusa per il ritardo della recensione a tutti gli amanti degli oscuri meandri della mente umana che in quest’album potranno trovare pane per le proprie, condivise, ossessioni.