Leyla Mccalla Vari-Colored Songs. A Tribute to Langston Hughes
2013 - DixieFrog / IRD
In Vari-Colored Songs il folklore haitiano si sposa con la cultura musicale e poetica statunitense in un viaggio che mixa brani originali e tradizionali usando come collante la Jazz Poetry degli anni 20-30 dell’afro-americano Langston Hughes cui il disco è dedicato e il cui lavoro funge da ispirazione continua. Radici poetiche forti - anche nei contenuti, che rimandano a una lotta per i diritti civili delle popolazioni nere d’America dei primi anni del novecento - che si rifanno a radici musicali altrettanto forti. Sono intenzioni che si manifestano in un suono asciutto che non è mai povero ma che vive soprattutto dei colori del violoncello e del banjo tenore (e a volte della chitarra) suonati dalla McCalla. A questa preziosa essenzialità si aggiungono – parsimoniosi - i suoni della pedal steel, del basso, del violino o di piccole percussioni. E quando il suono si fa leggermente più pieno sembra di scorgere un suono vagamente friselliano. Ci sarebbe stata bene la sua chitarra? Spesso me lo chiedo, curioso, ascoltando soprattutto i brani in cui il violoncello la fa da padrone come l’iniziale Heart Of Gold in cui il dialogo tra il violoncello, sovrainciso sia nella sua funzione ritmica (suonato ad accordi) che in quella melodica, dialoga con la pedal steel di Tom Prior. E la stessa domanda me la pongo ascoltando la successiva When I Can See The Valley o la deliziosa Girl.
Quando i brani sono più legati alla lingua e alle atmosfere haitiane - come in Mesi Bondye, Kamen Sa W Fe?, Manman Mwen e Rose Marie – i suoni si fanno più essenziali ed è il banjo a condurre, spesso quasi in solitudine, le danze.
Solo quando la McCalla approccia un brano di scrittura più colta, come in Lonely House la cui musica è attribuita al grande Kurt Weill, si intravvedono, a fronte di un incipit a cappella assolutamente da brividi, delle leggere difficoltà interpretative, ma stiamo parlando solo di una sottile sbavatura che non inficia minimamente la bellezza del brano. Figuriamoci poi di questo Vari-Colored Songs la cui chiusura, con la successiva Changing Tide, ci riporta con sicurezza verso quella poetica essenziale e dolce/amara che è caratteristica vincente del disco.