Vari-Colored Songs. A Tribute to Langston Hughes<small></small>
World • Folk • Haiti-USA

Leyla Mccalla Vari-Colored Songs. A Tribute to Langston Hughes

2013 - DixieFrog / IRD

29/03/2014 di Paolo Ronchetti

#Leyla Mccalla#World#Folk

Sono dischi come questo Vari-Colored Songs, della ex Carolina Chocolate Drops Leyla McCalla, che fanno venir voglia di rimettersi a scrivere di musica: dischi umili e pre(ten)ziosi allo stesso tempo. Umili perché sanno di "terre" e di vita, preziosi (e pretenziosi) perché non rinunciano a scavare storie nella Storia e nelle storie con intelligenza. Poi magari il disco dell’haitiana non è un disco perfetto o un capolavoro ma sicuramente è bello e affascinante per molti motivi.

In Vari-Colored Songs il folklore haitiano si sposa con la cultura musicale e poetica statunitense in un viaggio che mixa brani originali e tradizionali usando come collante la Jazz Poetry degli anni 20-30 dell’afro-americano Langston Hughes cui il disco è dedicato e il cui lavoro funge da ispirazione continua. Radici poetiche forti - anche nei contenuti, che rimandano a una lotta per i diritti civili delle popolazioni nere d’America dei primi anni del novecento - che si rifanno a radici musicali altrettanto forti. Sono intenzioni che si manifestano in un suono asciutto che non è mai povero ma che vive soprattutto dei colori del violoncello e del banjo tenore (e a volte della chitarra) suonati dalla McCalla. A questa preziosa essenzialità si aggiungono – parsimoniosi - i suoni della pedal steel, del basso, del violino o di piccole percussioni. E quando il suono si fa leggermente più pieno sembra di scorgere un suono vagamente friselliano. Ci sarebbe stata bene la sua chitarra? Spesso me lo chiedo, curioso, ascoltando soprattutto i brani in cui il violoncello la fa da padrone come l’iniziale Heart Of Gold in cui il dialogo tra il violoncello, sovrainciso sia nella sua funzione ritmica (suonato ad accordi) che in quella melodica, dialoga con la pedal steel di Tom Prior. E la stessa domanda me la pongo ascoltando la successiva When I Can See The Valley o la deliziosa Girl.

Quando i brani sono più legati alla lingua e alle atmosfere haitiane - come in Mesi Bondye, Kamen Sa W Fe?, Manman Mwen e Rose Marie – i suoni si fanno più essenziali ed è il banjo a condurre, spesso quasi in solitudine, le danze.

Solo quando la McCalla  approccia  un brano di scrittura più colta, come in Lonely House la cui musica è attribuita al grande Kurt Weill, si intravvedono, a fronte di un incipit a cappella assolutamente da brividi, delle leggere difficoltà interpretative, ma stiamo parlando solo di una sottile sbavatura che non inficia minimamente la bellezza del brano. Figuriamoci poi di questo Vari-Colored Songs la cui chiusura, con la successiva Changing Tide, ci riporta con sicurezza verso quella poetica essenziale e dolce/amara che è caratteristica vincente del disco.

 

Track List

  • Heart of Gold
  • When I Can See the Valley
  • Mesi Bondye
  • Girl
  • Kamèn sa w fè ?
  • Too Blue
  • Manman Mwen
  • Song for a Dark Girl
  • Love Again Blues
  • Rose Marie
  • Latibonit
  • Search
  • Lonely House
  • Changing Tide