I hate this town but can´t get away even though I keep trying again and again
Da quando Ryan Adams ha annunciato la separazione dai Cardinals ed un periodo indeterminato di distacco dal palcoscenico, sento un certo vuoto. Dopo avere concentrato in otto anni dieci album, tre dei quali nel 2005, ed averci abituato a canzoni ispirate e indimenticabili, infatti, è difficile sapere di dover attendere un tempo indefinito prima di potere riassaporare le sue atmosfere musicali. Episodi minori come Orion, il disco con influenze metal distribuito nel 2010 solo in vinile sul suo sito non contano. Quindi cosa fare? L’unica possibilità per chi è in astinenza è trovare sostituti all’altezza, artisti che attraverso le melodie, le storie narrate e la voce riescano a illuminare la scena alt country.
Leeroy Stagger insieme alla band The Wildflowers riesce perfettamente a colmare questa assenza con l’album Little Victories uscito nel 2010 da Blue Rose Records. Leeroy Stagger, canadese della British Columbia, è sulle scene americane già da diversi anni (il primo album è del 2004), ma solo nel 2009 con Everything it’s real ha iniziato a raggiungere un successo internazionale. Forse anche grazie al superamento dei problemi di alcolismo che hanno caratterizzato il recente passato. In un’intervista presente sul suo sito ha dichiarato di essere arrivato ad un punto in cui dover scegliere tra la bottiglia e la propria carriera e di avere fatto la scelta giusta, ovvero la musica. Questa esperienza di dipendenza, così come l’essere cresciuto nelle zone rurali, periferiche e desolate della British Columbia e la voglia di riscattarsi dai momenti bui della vita, emergono con forza nelle tredici tracce di Little Victories. Già il titolo è significativo: le piccole vittorie, infatti, si ottengono dall’avere la forza di combattere e lottare per superare le difficoltà dell’esistenza senza lasciarsi andare in un fiume di depressione (il disco del 2006 si intitolava proprio Depression River). Sul retro del disco poi compare una sorta di dichiarazione programmatica - ´Music for the soul, music for the mind, music for the heart, music to make you feel this´ - dalla quale si comprende cosa aspettarsi: canzoni coinvolgenti e ricche di sentimento che fanno della capacità di creare empatia ed emozione nell’ascoltatore la loro forza. In generale la malinconia è il leit motiv del disco che si apre con una canzone molto orecchiabile, ma dal testo intenso e desolato, intitolata Everyone’s on drugs e si chiude con il romanticismo blu di Love will let you down. Tra questi due estremi si alternano pezzi con matrice più folk come Georges Blues, brani più roots rock con profumi di Louisiana come Holy Water, ballate sognanti come Way down the bottom e Good things, nella quale compare anche la cantante canadese Romi Mayes, e brani smaccatamente alla Ryan Adams come Hard Town e Poor little rockstar. Un disco da non perdere perché nell’ora di musica che Leeroy Stagger & The Wildflowers ci regalano con Little Victories si trovano tutti gli ingredienti che rendono l’alt country un genere musicale perfetto per leggere con realismo, sincerità e disincanto la ricca e grande imperfezione della vita.