Le Maschere Di Clara Anamorfosi
2011 - Black Widow
Suoni colti si fondono all’odore dei bassifondi, i volti pallidi come l’inverno e i vestiti nero velluto.
L’attitudine è industriale. L’archetto dirige scricchiolii di portoni che si aprono verso l’inferno, le quattro basse corde muovono il metallo degli ingranaggi e i pistoni esplodono attraverso il delirio di tamburi. Il trio veneto ricerca un nuovo presente sperimentale pur legando col passato, con più passati (c’è il richiamo anche al prog rock, anche se nelle interviste i musicisti in questione dissociano). La direzione è buona, a volte inciampa nella propria impulsività, emozione che lascia dei momenti strumentali un po’ difficili da digerire, anche se poi nei loro spettacoli dal vivo non lo si percepisce. L’energia ha la meglio, c’è voglia di agire, di farsi sentire e di mettersi in discussione senza troppi ricami.
Anamorfosi è un libero sfogo che ha un suo interessante iter: scritture classiche, distorsori a cannella, movimento e omaggi azzeccati (traccia consigliata: Gustavo Rol).
La marcia incomincia, incastri futuristi in scale di grigi si trascinano dentro lunghe macchinate in un’Italia (forse) morta, meritati bagni di gente fantasma, visibile solo se fai parte del buio del club, con la consumazione allungata e le sigarette girate male tra un brano e l’altro.
Ma è già qualcosa: Il Teatro degli Orrori rivoluzionarono e aprirono il cancello di questo cimitero della passione, il male continua, Le maschere sono tra i nuovi personaggi che non hanno mezzi termini e ci provano a dire la loro.
Vediamo cosa saranno capaci di combinare nel corso degli anni, per il momento, l’inizio ha dei buoni presupposti. Ma è solo l’inizio. Il progetto ha carattere pur non essendo ancora così innovativo (lo dico perché, a quanto pare, è quello a cui loro puntano). Magari una volta passato il rodaggio, ci sarà il colpo di scena e si consacreranno band eccellenza.