Larry Campbell & Teresa Williams omonimo
2015 - Red House Records / IRD
#Larry Campbell & Teresa Williams#Americana#Folk #Bob Dylan #Levon Helm #Emmylou Harris
Questo è il loro primo disco assieme ed è, come annunciato in apertura, un album di pura Americana. E’ un disco in cui schiettezza rock e radici convergono in modo fluido e improntano canzoni impastando country, blues, folk, soul e roots-rock. Un disco che vanta la partecipazione di Levon Helm (la sua ultima registrazione recorded parallelamente alle sessions per Dirt Farmer ), di Bill Payne (Little Feat keyboardist) e con Justin Guip (drummer), Byron Isaacs (bass) e Amy Helm (vocals). E’ un lavoro che presenta una conoscenza della materia e un assortimento che, tra tracks autografe e cover di buon spessore, incamera un risultato di tutto rispetto che denota grande talento e mestiere.
Surrender To Love è il denso brano d’apertura, una caliginosa track pastosa ed impiastricciata di spatolate rhythm’n’blues, subito dopo arriva Bad Lucky Charm e c’è un po’ più di luce in questa gradevole song con un giro swamp scandito da un ritmo brillante. A darci un attimo di profondo respiro seguono un paio di ballads avvincenti e confidenziali: Another One More Time e la suggestiva Down On My Kness, due dei momenti migliori del disco.
You’re Running Wild è un’altra perla e nelle sue note annusiamo il sentore dei sapori del border; carino anche lo swing polveroso di Everybody Loves You. E’ poi la volta di Did You Love Me at All, uno slow country dal portamento classico e affidato alla voce della Williams, è una song attraente e seducente che si riannoda poi con le amabili atmosfere rootsy di Midnight Highway; ma con Ain't Nobody for Me non scarseggiano sferzate d’elettricità rootsy r’n’b dai reconditi umori sudisti. Impossibile infine tralasciare di menzionare la splendida Keep Your Lamp Trimmed And Burning del Reverendo Gary Davis, conosciuta anche per la versione degli Hot Tuna (on First Pull Up, Then Pull Down - 1971) è una sfolgorante cover con un’anima propria che ci viene offerta con un arrangiamento arrapante con chitarre e organo stellari e un’impronta south-soul-bluesy da pelle d’oca, da sola vale il prezzo dell’acquisto. Chiusura con Attics Of My Life (cover dei G. Dead from American Beauty) trasfigurata in un intimo casto cantico lieve e rarefatto.