Album con cd e prezioso dvd questo che ho tra le mani ora. Prodotto, come gli altri a me purtroppo ancora sconosciuti nove capitoli, dalla Smithsonian Folkways Recordings grazie all’ Aga Khan Trust For Culture, questa serie si propone di rendere visibile lo straordinario tesoro musicale di quella zona di confine culturale che è l’Asia Centrale. Un territorio vasto come un continente che va dalla Turchia all’Iraq, e da li all’ Iran e al Turkmenistan, all’ Uzbekistan e su fino al Kazakhistan e al Kyrgyzstan e poi a riscendere verso l’Afghanistan e il Pakistan senza dimenticare l’Armenia e la Georgia. Sono due i gruppi che a accompagnano il Kronos Quartet (David Harrington, violino; John Sherba, Violino; Hank Dutt, Viola; Jeffrey Zeigler, Cello) in questa preziosa realizzazione. Il primo è il gruppo afgano capitanato da Homayun Sakhi. Sakhi è il compositoire del brano (´Rangin Kamal –Rainbow´ 28.58 min) e suona il Rabab (un liuto a tre corde con altre 15 corde che suonano per simpatia. In india uno strumento simile è il più conosciuto Sarod) e del suo gruppo fanno parte anche Salar Nader alla tabla e Abbos Kosimof alla Doyra (un tamburello con anelli di metallo con un suono metallico più secco dei nostri tamburelli baschi). La composizione, molto varia come le regioni dell’ Afghanistan a cui è dedicato, procede per piccole elissi che evolvono in direzioni diverse sino allo splendido finale in cui il quartetto e il trio si riuniscono con forza a celebrare, nella musica, un ponte tra oriente ed occidente (tra tradizione orale e scritta), con un tema impetuoso, solenne e, allo stesso tempo, morbido e giocoso . I restanti cinque brani nascono invece dalla collaborazione tra i Kronos e uno dei gruppi più amati in Azerbaijan, quello di Alim & Fargana Quasimov (Voce e Tamburo sia lui che lei). Del gruppo fanno parte anche parte Rafael Asgarov al Balaban (un Oboe tradizionale), Rauf Islamov alla Kamancha (una specie di Violino ), Ali Asgar Mammadov al Tar (Liuto) e Vugar Sharifzadeh alla Naghara (Tamburo). Questo doppio ensemble si cimenta con tradizionali del ‘900 a tema amoroso che ben fanno risaltare una poetica fatta di dolce e sensuale rimpianto amoroso tipico della poesia mediorientale. Gli arrangiamenti, come da tradizione in questo tipo di musica, partono spesso con lunghe improvvisazioni sul tema e raggiungono il tema con naturalezza solo dopo averne esplorato le varie possibilità modali. Il lavoro del Kronos, è prezioso nella sua capacità di modularsi, ancora una volta, con le musiche più distanti e Alim trascina con la sua vocalità tutto l’ensemble. Di questa seconda, bellissima, parte del disco l’incalzante ´Leyla´ è sicuramente la più godibili assieme a ´Mehriban Olaq´ splendida e triste canzone. Nel dvd allegato un viaggio tra le scuole di musica legate alla fondazione e uno splendido documentario sulle sedute di registrazione.