Kinky Friedman Kinky Friedman's Bi-Polar Tour - Live From Woodstock
2013 - Continental Coast / IRD
In estrema sintesi: songwriter con una copiosa discografia e qualche momento di autentica gloria (su tutti la partecipazione alla Rolling Thunder Revue, l'incredibile carrozzone itinerante che, guidato dal comandante Dylan, attraversò gli Stati Uniti a metà anni Settanta con a bordo – a fasi alterne - Joan Baez, Roger Mc Guinn, Ramblin' Jack Elliott, Joni Mitchell, l'Alpha Band dell'allora giovane T-Bone Burnett e mille altri ancora), editorialista del Texas Monthly, scrittore di una nutrita serie di romanzi – un paio dei quali pubblicati in Italia una abbondante decina d'anni fa da Feltrinelli – aventi come protagonista un detective non poco stravagante di nome Kinky Friedman (.. ebbene sì!), addirittura candidato governatore del Texas nel 2006 (con un rispettabile 12,6 % di consensi e considerando che il Texas è feudo della famiglia Bush, difficilmente avrebbe fatto peggio) e - giusto per evitare di sembrare troppo normale - anche venditore tramite il suo sito internet di sigari (Kinky Friedman Cigars). e tequila (Kinky Friedman' Man in Black Tequila: certo non si può dire che al personaggio faccia difetto l'egocentrismo).
Nato a Chicago e cresciuto ad Austin, Kinky Friedman si distingue nel panorama della country music (in cui in qualche modo si deve collocare) classicamente bianco, anglosassone e protestante per la continua sottolineatura, in maniera costantemente ironica e frequentemente sarcastica, delle sue origini ebraiche: il suo storico gruppo di spalla aveva come ragione sociale The Texas Jewboys, evidente parafrasi (omaggio? sberleffo?) dei leggendari Texas Playboys che accompagnavano il re dello western swing Bob Wills.
E se vi sembra improbabile che un musicista country si acconci con un classico vestito Nashville-style con le frange svolazzanti e gli stivali pitonati, ma con la bandiera israeliana sulle spalle, beh, allora non avete mai visto una sua foto giovanile.
Evidente che la categoria del politicamente corretto al caro vecchio Kinky sia completamente ignota (e basterebbe questo per rendermelo simpatico, a dire il vero...).
Kinky Friedman's Bi-Polar Tour – Live From Woodstock è il suo nuovo lavoro discografico, registrato dal vivo al Bearsville Theater in un luogo simbolico della musica e cultura popolare americana, non solo per i fin troppo celebrati tre giorni di pace, amore e musica (e fango...) dell'agosto 1969, ma anche perché rifugio di numerosi artisti nel corso degli anni: basti dire che la leggendaria Big Pink, nelle cui cantine Dylan e la Band esplorarono la “Repubblica invisibile” (© Greil Marcus) della tradizione musicale statunitense (e non solo) è lì nei pressi.
In termini strettamente musicali, l'album non è forse particolarmente rappresentativo della produzione di Kinky Friedman, essendo la testimonianza di un'esibizione per sola chitarra e voce e quindi privo delle sonorità country rock ricorrenti nella sua produzione (al riguardo consiglio They Aint' Makin' Jews Like Jesus Anymore – a proposito di politicamente scorretto...- ristampa della Bear Record edita nel 2005 che assemblava i due albumi degli anni Settanta: l'omonimo Kinky Friedman e il successivo Lasso From El Paso).
Ma, come ogni buon album live che si rispetti ha il pregio di riunire larga parte delle più famose canzoni di Kinky Friedman: dall'iniziale corrosiva We Reserve the Right to Refuse Service to You (di cui consiglio caldamente di prestare attenzione – ed eventualmente andarsi a cercare - al testo, raccomandazione peraltro valida anche per gli altri pezzi) sino alla conclusione affidata al 'classico' (a modo suo, naturalmente) They Aint' Makin' Jews Like Jesus Anymore, passando - tra le altre - da Waitret, Please, Waitret, Wild Man From Borneo, la rivisitazione del traditional irlandese The Ballad of Kevin Barry e Sold American, interpretate con grande intensità.
E vale poi senz'altro la pena di compiere uno sforzo per ascoltare le esilaranti introduzioni parlate ad alcuni brani (a puro titolo di esempio: i tedeschi sono il mio secondo popolo preferito. Il primo? Qualunque altro....).
Capitolo a parte il lungo reading dal titolo Tom Friedman The Navigator, commosso e commovente omaggio al padre, aviatore durante la Seconda Guerra Mondiale, membro anziano (a 23 anni!) dell'equipaggio di un bombardiere B24 coinvolto in ben 35 missioni in volo sopra la Germania.
Parafrasando il nostro eroe, è davvero facile concludere che di ebrei come Kinky Friedman non ne fanno davvero più … the last of the jewish cowboy, direbbe lui.