Southside Blues Jam<small></small>
Jazz Blues Black • Blues • electric blues

Junior Wells Southside Blues Jam

2015 - Delmark / IRD

24/10/2015 di Fausto Gori

#Junior Wells#Jazz Blues Black#Blues #Blues #Otis Spann #Buddy Guy #Junior Wells #Louis Myers #IRD International Records Distribution

Chiunque ami il blues (ma non solo), almeno una volta, avrà sicuramente immaginato di percorrere i desolati e infiniti paesaggi americani incorniciati dalla musica cruda e disinibita di Hoodoo Man Blues (Delmark1965), uno dei dischi più osannati di tutto il blues moderno. Dopo cinque anni questo grande classico ebbe una replica leggermente più acustica che includeva ancora l'imponente figura (in tutti i sensi) di Junior Wells (voce-armonica), e due fenomeni della chitarra come Buddy Guy e Louis Myers. Dopo diverse prove al Theresa's Blues di Chicago i musicisti si ritrovarono a registrare live in studio in sole due sessioni, ovvero il trenta dicembre del 1969 e l'otto gennaio del 1970; il disco che ne uscì fuori, Southside Blues Jam, fu poi pubblicato nel 1970 (e recensito gloriosamente dalla rivista americana Rolling Stone) con un cast stellare che prevedeva anche l'aggiunta di un grandissimo purtroppo a fine corsa come Otis Spann (piano), di Fred Below (batteria) e Earnest Johnson (basso).

Ebbene oggi, ben quattro decenni dopo, questa storica doppia session viene ripresentata dalla Delmark con ben sette pezzi bonus in più, audio ottimale, settantatre minuti di blues jam (il titolo parla chiaro) al suo meglio, inutile specificare che le aggiunte sono tutte di pari livello (eccezion fatta per il pezzo/conversazione Lexington Movie), che il disco è straordinario e che alcuni pezzi valgono da soli il prezzo del disco.

Southside Blues Jam , nel suo essere estemporaneo, nella sua spontaneità e apparente atmosfera giocosa fatta di intramezzi, dialoghi e sommesse risate, sembra rappresentare ancora la migliore espressione del Chicago Blues di fine anni sessanta, blues elettrico e acustico viscerale che conosce ancora i padri della tradizione rurale e le ferite che hanno saputo tramandare ma che al tempo stesso continua un percorso di naturale evoluzione espressiva e di estrosa creatività.

Se la breve bonus Warmin'Up sembra idealmente identificare l'approccio improvvisato delle due sessioni, l'ipnotismo magnetico dell'alternate take di I Could Have Had Religion, ovvero un emozionante rosario blues elettroacustico di quasi otto minuti di matrice hookeriana con squarci laceranti di armonica capace di sovrastare la versione originale, sembra riassumere al meglio i pregi stilistici del disco; mentre tra le “anomalie” spicca decisamente Trouble Don't Last, che vede protagonista totale Buddy Guy, davvero intenso al canto e sempre ispiratissimo sugli assoli elettrici.

Junior Wells, personale e ispirato (come nella splendida versione di In My Younger Days ), in certi momenti sembra estorcere particolari vocali a James Brown (sentire per esempio l'iniziale Stop Breaking Down), o fare il verso a Howlin Wolf (nella finale Got To Play the Blues) mentre in altri sembra addirittura spiritato, impossessato e trascinato dentro la musica nei modi di uno sciamano (come nel finale della incantatoria Blues For Mayor Daley ).

In definitiva un disco che non ha bisogno di essere capito ma solo di essere vissuto, ascoltato, lasciato scivolare dentro di se come solo il blues riesce a fare. In questi anni dove i classici vengono rispolverati e arricchiti di nuove pagine, lo spessore autentico di Southside Blues Jam (expanded) non fa eccezione, lasciando al nostro cuore l'ennesima freccia conficcata e al nostro portafogli, nel caso di acquisto, una garanzia assoluta di qualità.

 

 

 

 



Track List

  • Stop Breaking Down
  • I Could Have Had Religion
  • Just Make Love To Me
  • Lend Me Your Love
  • Long Distance Call
  • Blues For Mayor Daley
  • In My Younger Days
  • Trouble Don`t Last
  • It`s Too Late Brother
  • Warmin`Up
  • Love Me Baby
  • I Could Have Had Religion (alternate take)
  • Rock Me
  • Lexington Movies
  • Got To Play The Blues