Julia Holter Aviary
2018 - Domino
Sfogliando la sua impeccabile discografia notiamo come mai abbia alleggerito o semplificato la sua proposta musicale, riuscendo sempre ad essere sfuggente e incatalogabile.
Se il suo splendido lavoro del 2015, Have You In My Wilderness sembrava denotare aperture ad un sound quantomeno più accessibile rispetto agli ostici album iniziali, tutti questi propositi sembrano definitivamente scomparsi con quest'ultimo mastodontico lavoro.
Aviary è un doppio album in studio, cosa rara specie in ambito femminile e necessita numerosi ascolti per essere apprezzato veramente e rendersi conto della straordinaria maturità di Julia Holter.
Questo ultimo lavoro è opera magnifica, sarà difficile quest’anno trovare qualcosa di così vario e poliedrico. La divisione in 2 cd separati non appare per niente casuale visto che il primo volume è quello più ricco di episodi avanguardistici e sperimentali.
C'e un intro delirante come Turn the Light On, immaginate Starsailor di Tim Buckley cantata da una donna, pezzi come Everyday is an Emergency, con echi della magica Third Ear Band di Alchemy e Four Elements (1969-70), un pezzo davvero sorprendente. Julia mette a dura prova le sue corde vocali con l'incredibile Voce Simul, dalle parti della misconosciuta Joan La Barbara, grazie anche all'uso del vocoder mentre negli otto minuti della (semi) spaziale Chaitus, sorta di brano sospeso per aria, dove è fondamentale la viola di Dina Maccabee, Julia recita versi presi da un antica song occitana. Con un pò di fantasia a livello vocale possiamo trovare qualcosa della Barbara Gaskin in tandem con Dave Stewart.
Il secondo cd è quello relativamente più accessibile e contiene delle canzoni, se si possono definire così, di abbagliante bellezza, fra le cose migliori in assoluta dalla 34enne nativa del Milwaukee che denotano un livello compositivo sconosciuto a molte delle sue controparti femminili di questo millennio.
Qui possiamo trovare gemme lucenti come la gioiosa Underneath The Moon e la lunare Colligere con parole che rimandano al titolo dell'intero lavoro "She's a Hero Dressed in Steel Arrives on the Land in the Aviary of my Early Mind”.
Allo stesso livello la soave In Gardens Muteness dove la Holter se la gioca in solitario, le bellissime I Would Rather See e Words I Heard, tutte tracce che in parte rimandano a certe cose dei Dead Can Dance ed alla maestosità vocale di Liza Gerrard, unico metro di paragone possibile. Di fronte a tanta seriosità stilistica i sei minuti di Les Jeux To You appaiono poco più di un divertimento, quasi un electro-pop song d’altri tempi.
Al cospetto di un'opera di cotanta bellezza non resta che inchinarsi alla maestria di Julia Holter ed a questi 90 minuti di puro incanto, vocale ma non solo. Con lei infatti troviamo bravissimi musicisti come Dina Maccabee, violino, Andrew Tholl, synth, le cornamuse di Tashi Wada, la tromba di Sarah Belle Reid, il basso di Devi Hoff e le percussioni di Corey Fogel.
Molto elegante e curato anche l'artwork, sulla front cover Julia Holter in una ipotetica fuga verso un pianeta ignoto.sembra volerci comunicare qualcosa da una quinta dimensione, non certo quella byrdsiana. A pensarci bene e con tutto il rispetto per le sue colleghe musiciste, la californiana sembra davvero abitare su di un altro pianeta, ha proprio un passo in più, una genialità compositiva sconosciuta alle altre, tutte prerogative che in maniera definitiva fanno di questo incredibile Aviary una delle opere da tramandare ai posteri di questo 2018 ormai alla fine.