Jonathan Wilson Rare Birds
2018 - Bella Union
Nelle pause di registrazione dell'ultimo disco del tiranno floydiano Is this the life We Really Want? Jonathan si è messo a sua volta al lavoro per regalarci il quarto disco in studio dopo il misterioso Frankie Ray del 2007 ed i due splendidi Gentle Spirit (2011) e Fanfare (2013). Cinque anni d'attesa sono tanti per tutti ma per farsi ripagare Jonathan Wilson ha deciso ancora una volta di registrare il solito album extralarge di quasi 80 minuti, questo Rare Birds.
Se date una occhiata alla sua copertina di dubbio gusto, kitsch è quasi un complimento, e pensate che questa sia la cosa più brutta dell'intero pacchetto siete decisamente fuori strada. Non si capisce come Wilson nonostante il lungo lasso di tempo a disposizione abbia potuto concepire un disco di così basso livello. Di gran lunga la cosa peggiore da lui prodotta, molti passi indietro rispetto agli scintillanti lavori precedenti che, pur scopiazzando un po' a destra e a manca, avevano delle canzoni ad ampio respiro di una bellezza non comune.
Ascoltate il terribile inizio di Trafalgar Square che non si capisce se voleva essere un tentativo mal riuscito di citare i Pink Floyd di Dark Side of the Moon (Us & Them ?) salvo però confluire in una trama quasi danzereccia davvero irritante. Se il buon giorno si vede dal mattino. Poca roba anche il brano di lancio Over Midnight col suo video spaziale altrettanto brutto e peggio ancora gli otto estenuanti minuti di Loving You che avrebbe le pretese del pezzo con contaminazioni etno-afro quasi a fare i il paio con la pacchiana copertina. Spiega il tutto lo stesso Wilson "mi sono ispirato molto alle produzioni di Trevor Horn. Benissimo il problema è che quest'ultimo ha prodotto roba tipo i peggiori album degli Yes, i Pet Shop Boys, gli ABC, I Frankie Goes to Hollywood e simili. E nel 2018 non sentiamo certo la necessità di resuscitare un sound da incubo che fra le altre cose poco ha da spartire con le belle cose trovate nei primi 3 dischi di Jonathan e negli splendidi concerti italiani come quelli dell'estate 2014.
In Rare Birds sono diversi gli episodi da dimenticare, l'idea che ci siamo fatti è che con una bella sfoltita sarebbe venuto fuori un discreto album da 40-45 minuti, come dire che una buona mezz'ora di musica è superflua ovvero da dimenticare. In fretta.
Per dare un senso al nostro discorso è buona cosa segnalare quanto di decoroso potete trovare qui dentro.
There's a light intanto che vocalmente è impeccabile, la lenta 49 Hairflips (backing vocals di Josh Tillman), l'andamento Country & Western di Hi Ho Righteous e due omaggi all'amata Los Angeles. Due belle nocturnal songs come Sunset Blvd e Mullholland Queen che dimostrano che il freak losangelino ha ancora molte frecce nel suo arco, basterebbe un po d'umiltà e qualche stilla di presunzione in meno per incanalarlo con i migliori della sua generazione.
Per il momento lasciamolo a godersi i suoi momenti di gloria come degna spalla di Roger Waters ma per il suo futuro come solo artist speriamo di ritrovarlo al più presto ai livelli del passato. Una nuova grande delusione, con il disco di Joan As Police Woman siamo già a due, speriamo quanto prima di fermare queste emorragia.