Johnny Otis On With The Show-The Johnny Otis Story Vol 2 1957-74
2012 - ACE Record
Strana figura quella di Johnny Otis (detto anche Godfather Of Rhythm And Blues), nato Ioannis Alexandres Veliotes nel 1921 e morto agli inizi di questo 2012.
Figlio di immigrati greci inizia la sua carriera artistica da giovanissimo. A sedici anni è il batterista di Lionel Hampton e da allora attraverserà credibilmente, da bianco, tutta la musica e la cultura afro americana che gli capiterà di incontrare tra Jazz, Rhythm And Blues, Blues, Gospel, Rock N Roll, Doo-Woop, Soul e il Funk di fine carriera. Musicista completo fu band leader, batterista, pianista, vibrafonista, cantante, compositore, produttore e infine divulgatore con il Johnny Otis Show, un programma interraziale di grande musica in onda alla fine degli anni ’50 sulle reti americane. Tra le centinaia di artisti che Otis scoprì ricordo in questa sede Etta James (nel 1950) anche per la tragica coincidenza che li ha visti morire a tre giorni di distanza l’uno dall’altro pochi mesi fa.
Questo On With The Show The Johnny Otis Story è il secondo dei volumi a lui dedicati dalla Ace Record in questo 2012 e si occupa degli anni che vanno dal 1957 al 1974 giusto un’attimo dopo il momento in cui azzecca quella che sarà la sua unica grande hit Willie And The Hand Jive (contenuta nel lungo video allegato a questa recensione).
Si inizia con la sigla Johnny Otis Theme e subito un passo indietro con il singolo che nel ‘57 apri le porte a Willie… Si tratta di Good Golly R&R pieno di doo-woop che, il già trentasettenne Otis, ai tempi sotto contratto con la Capitol, interpreta con una credibilità da ragazzino. Crazy Country Hop è percussivamente bodiddleyana e, laddove perde l’originaria rozzezza recupera con finezze strumentali. La trascinante Castin My Spell On You (‘59) era parte di un singolo realizzato con la giovane, e seducente, afroamericana Marci Lee. Jerry Roll e il successivo ultimo singolo per la Capitol Cold Turkey (1960) hanno invece atmosfere più jazz-blues. Per la propria label (Eldo) escono gli altri singoli del periodo (Mumblin’ Mosie e The New Bo Diddley) per cui vale il discorso fatto per Crazy Country Hop e i chiari riferimenti alle ritmiche di Diddley a cui possiamo forse aggiungere alcune influenze latineggianti (Otis, nel 1940, scrisse Mambo Boogie quello che è considerato il primo brano Mambo/R&B). Baby I Got Some News For You e il brano, inedito sino al 1992, Let’s Live It Up hanno chiare influenze gospel e accompagnano Hand Jive One More Time una ripresa della sua hit.
La parte centrale degli anni ’60 vedono Otis in secondo piano ma tra il ’67 e il’68 azzecca una serie di brani che, almeno localmente, lo rivedono sugli allori: Keep The Faith Baby e Banana Peels sono prevalentemente strumentali ma le successive produzioni lo vedranno cantare con una voce potente e matura. Sono gli anni in cui il figlio, dodicenne, incomincia ad accompagnarlo alla chitarra e, amici, il talento di Shuggie Otis è indiscutibile. Il suono poi si fa più blues e meno personale sino al bel funk strumentale del ‘74, Jaws, ispirato dallo Spielberghiano Lo Squalo (Jaws), che, idealmente, ne chiude una storia artistica unica per versatilità e talento.
Ps: nel video qui a fianco una puntata completa del Johnny Otis Show con Mel Williams, Marie Adams, Lionel Hampton (in un incredibile duetto). I primi secondi sono un po’ disturbati ma vale la pena dare un’occhiata!