John Zorn Gnostic Trio (frisell-emanuel-wollesen) The Testament Of Solomon - Music From The Sefer Shirim Shel Shir Hashirim -
2014 - Tzadik
#John Zorn Gnostic Trio (frisell-emanuel-wollesen) #Jazz Blues Black#Jazz
Ad oggi il trio - che ci ha dato la possibilità di ritrovare, finalmente, uno accanto all’altro due geni e innovatori assoluti quali Zorn e Frisell – ha prodotto 4 album: The Gnostics Preludes (2012); The Mysteries e In Lambeth (2013); e questo Testament Of Solomon. Tutti album molto lontani dall’immagine stereotipata che si ha dello Zorn “rumoroso” estremo e folle. Anzi! Album ipnotici e leggeri; album in cui il piccolo contrappunto minimalistico dei protagonisti la fa da padrone. In definitiva album intimi e spirituali in cui la remiscenza principale sono alcuni brani composti per la lunga serie dei Book of Angels (oggi alla 24esima realizzazione!) e per il bellissimo disco del 2013 sui disegni erotici di Auguste Roden - Shir Hashirim Shir Hashirim scritto per il quintetto vocale femminile The Sapphites - e i cui testi sono tratti dalle pagine più sensuali del Cantico Dei Cantici scritti da Re Salomone. Ed è proprio la ricerca sulle antiche liriche di Re Salomone il terreno comune tra questi due dischi.
Descrivere il suono di questo bel Testament of Solomon è molto arduo. L’incrocio dei suoni e degli strumenti produce sensazioni e colori che vanno dalla Kora africana, alla musica del Mali; dalle composizioni mistiche per Gurdjieff al Satie meno inflazionato, ma in realtà ciò che colpisce nel disco è questa grande sensazione di contemplazione e un piacere quasi sensuale che si ricava dall’ascolto. Questo avviene soprattutto quando si pone l’attenzione ai deliziosi incroci strumentali dei bellissimi temi e del loro sviluppo improvvisativo quasi minimalista. Sono come gocce di una gentile pioggia estiva: lente e poi veloci; piccole e poi grandi…che rimbalzano sulla pelle bagnandoti piano piano.
Tra i brani più belli del disco l’iniziale Alamot, Atarah in cui la chitarra di Frisell non rinuncia a qualche piccolissima distorsione e soprattutto Gappuha in cui il vibrafono di Wollensen vola libero, l’arpa di Carol Emanuel sposta in continuazione i riferimenti musicali e Frisell lavora di cesello sulle melodie come solo lui sa fare. Il resto è musica (così come la splendida confezione) di gran classe da ascoltare con attenzione e silenzio per evitare che la bellezza diventi banale tappezzeria.