Io?drama Non resta che perdersi
2014 - Camarecords / Self
Non Resta Che Perdersi è quasi una constatazione. Una presa di coscienza dei tempi in cui viviamo, con tutta la loro instabilità. Una sorta di serena rassegnazione quella che gli Io?Drama mettono in questo loro nuovo lavoro, che arriva a distanza di quattro anni dal precedente Da Consumarsi Entro la Fine, album inframezzati dall'EP Mortepolitana del 2012.
Ritornelli e riff di facile comprensione ( Babele, Uno alla volta) mescolati a episodi più ricercati e complessi, cercando di mantenere tutto in una sorta di equilibrio in cui ognuno dei quattro musicisti fa il suo dovere senza dover per forza salire in cattedra rispetto agli altri. Si va da accenni di psichedelia ( Grooviera) a sfiorare l'elettronica, per arrivare a brani cupi e malinconici ( Madreperla, Chiedilo alla cenere).Il lavoro di ogni singolo componente è egregio, Vito Gatto col suo violino riesce a creare trame complesse ma sempre comprensibili, così come la voce di Fabrizio Pollio non perde un colpo, riuscendosi sempre ad adattare allo stile di brani anche molto diversi tra loro.
E se proprio si volesse trovare un qualcosa che si eleva rispetto al resto sono di certo i testi. Ogni parola è ricercata ma mai fine a se stessa, c'è cinismo, c'è rassegnazione, c'è anche qualche punta d'ottimismo per un futuro migliore. Ci sono storie di vita vissuta ( Vergani Marelli 1), ci sono la ricerca di sé ( Il Sasso e lo stivale) e la ricerca di qualcosa di diverso rispetto a quello che vorrebbero obbligarci ad essere ( A Piedi Scalzi).
Gli Io?Drama si allontanano leggermente dalla strada tracciata dal precedente lavoro, per andarsi a creare definitivamente un loro stile. La strada imboccata sembra essere quella giusta per questi quattro ragazzi, che hanno la capacità e la forza di farti entrare in testa i loro brani senza per questo risultare mai banali.