Estraneo<small></small>
Emergenti • Rock • alternative

Il Terzo Istante Estraneo

2019 - Phonarchia Dischi

20/03/2019 di Barbara Bottoli

#Il Terzo Istante#Emergenti#Rock

Fortunatamente esistono album che catturano dal primo ascolto, sia per la credibilità dell'interpretazione che segue il testo, sia per gli arrangiamenti assolutamente incredibili che sembrano essere stati creati esattamente per quel brano; sono i lavori che non si vogliono catalogare perchè significherebbe sminuirli, forse, non si possono nemmeno categorizzare perché sono ad un livello superiore: libertà espressiva, sia lirica che musicale, tale da spingersi al limite del parere che si può esprimere, senza paura di essere contraddetti, perché un album come Estraneo è uno dei lavori migliori che possa capitare di ascoltare.

   Il terzo istante è il gruppo che ti squarcia, durante l’ascolto, per poi ricucire i tagli, sono il riempimento della lacerazione provocata come il respiro dopo l’apnea, una forma di inquietudine mista a dolcezza, piacere e profondità, interpretazione dilaniante che si fonde con la passione, ma soprattutto sono voce e strumenti che si fondono indissolubilmente. Estraneo è un concept album che riguarda l’inadeguatezza, è un uomo di spalle rappresentato sul cd che si trova davanti alla virtualità, intesa come fuga o davanti all’infinito reale, ma soprattutto è una condizione che anche Il terzo istante vive come band per la loro scelta di libertà, quindi questa base interpretativa permette di entrare in sintonia coi brani. Durante lo scorrere delle tracce, l’ascoltatore viene rinchiuso in una bolla di sapone che sorvola il mondo delle scelte, dell’emotività, in una doppia valenza: protezione e indipendenza, prigione ed apertura, una sensazione, quasi fisica, che rende Estraneo un lavoro ipnoticamente sensoriale, volubile nella propria certezza, curato, pur apparendo naturale perché gli arrangiamenti creano una coesione incredibile. Impossibile estrapolare una traccia che possa sintetizzare i nove brani che come un cerchio nell’acqua continuano a espandersi, in anelli perfetti in equilibrio su una superficie limpida, il tutto è assolutamente totalizzante, come se Il terzo istante ci imprigionasse nel loro sound ( e ci si sta bene). Le chitarre che si intrecciano, i suoni cupi, arricchiti dalla presenza della voce di Benvegnù in Materia grigia che si fonde, anch’essa, in questa ricerca strumentale che riesce a creare un lavoro omogeneo, rimandando l’immagine di una band che si unisce diventando un solo elemento.

   L’uomo accompagnato dalla sua sola ombra che si sposta tra il mondo del lavoro in Fai quello che devi e in Dissolversi, vittima della prigionia del passato che influenza le decisioni che dovrebbero portare al cambiamento in C’era una volta, la figura che dovrebbe andare oltre alle catene mentali e sentimentali in L’avresti detto per arrivare alla ballad assoluta Sei dicembre, capace di far immaginare il calore umano che scioglie le fortezze in cui ci si è rinchiusi, liberandosi nell’incanto di questo brano che permette anche all’ascoltatore di fluttuare, mentre si coglie il tepore di un sorriso, a tratti viscerale, in questi due corpi che si fondono. Conclude Estraneo la traccia intitolata Luna di sangue, cupa per l’epilogo di una miscellanea di rabbia che sfocia in questa traccia meditativa che brucia sulla pelle come la cera di una candela sulla schiena, ma l’ album si conclude e, non resta altro da fare che farlo ricominciare perché nella prigione de Il terzo istante si sta bene, offrendo una visione del mondo diversa attraverso le sbarre, decidendo di uscirne solo quando inizieranno i loro live.

Track List

  • Dissolversi
  • C’era un’ altra volta
  • Scegliere
  • Materia grigia (feat. Paolo Benvegnù)
  • Sei dicembre
  • L’avresti detto?
  • Fai quello che devi
  • Come ti senti (Ora?)
  • Luna di sangue

Articoli Collegati

Il Terzo Istante

Intervista 04/06/2019

Recensione di Barbara Bottoli