Ian Noe River Fools and Mountain Saints
2022 - Lock 13 Records / Goodfellas
#Ian Noe#Americana#Roots #Ian Noe #Jack Lawrence #Andrija Tokic #Kentucky #Appalachia #Lock13 Records
È difficile comprendere qual è il segreto per cui, ogni tanto, qualcuno scala facilmente la montagna degli epigoni di un genere musicale, magari frequentatissimo, e si sistema subito nei pressi della vetta. Di sicuro capita con questo ragazzo del Kentucky, ai cui sono bastati due dischi per imporsi all'attenzione generale in un ambito – il folk, il country-folk, l'Americana, chiamatelo come volete: ci siamo intesi – particolarmente intasato. Ian Noe è di quelli che, per voce e interpretazione, comunica subito un'autorevolezza fuori dal comune, soprattutto grazie al piglio da commentatore “informato dei fatti” e dei personaggi della sua terra, con un tono a volte ironico ma più spesso autenticamente empatico. Il suo è una sorta di ritorno alle nude radici, potremmo dire alle origini, un po' come per certi attori che alla milionesima replica di una piece fin troppo recitata decidono di rileggersi il copione scritto per recuperarne lo spirito più profondo. E il copione di Ian sono le storie della sua gente, quelle del povero Kentucky “fratello diverso” dentro i ricchi Stati Uniti, ancora alla ricerca di un incerto futuro post-minerario e post-industriale. Camionisti, pensionati, innamorati delusi, pazzi che vivono in simbiosi con un fiume: i personaggi sono tutti qua, e non possiamo che volergli un bene dell'anima. Il nostro li ha selezionati con cura dalla sua cantina dei ricordi, quella che compare in copertina e da dove occhieggia con uno sguardo a metà tra “ecco qui mi sento a casa!” e “primo o poi mi libererò di tutta questa roba...”
Abbandonati gli accordi minori, che Noe ammette di adorare, in favore di quelli maggiori, River Fools & Mountain Saints si muove nel senso di un'ulteriore focalizzazione e semplificazione delle melodie rispetto al brillante esordio di Between The Country (2019, titolo geniale...). Il nocciolo duro dei pezzi rimane un solidissimo connubio chitarra-voce, rifinito con pennellate ad hoc della pedal steel, del mandolino, del violino. Qua e là non manca qualche accelerazione nei ritmi, accompagnata da spruzzate di benefica elettricità (Pine Grove, POW Blues, Burning Down The Prairie), ma sono aggiustamenti che nel computo finale non pesano moltissimo. La formula vincente resta il modo di porsi del nostro kentuckiano, che vibra di una scintillante e coinvolgente sincerità, capace di sciogliere anche un cuore di pietra. Impossibile restare indifferenti al delicato e commovente ritratto di River Fool, una canzone costruita intorno a un personaggio che più “archetipico” non si potrebbe per una resiliente America di provincia, all'ombra degli Appalachi.
A ben vedere però, una lettura troppo local di Noe non gli renderebbe in pieno giustizia, perché il ragazzo ha studiato alla scuola dei classici e sembra avere orgoglio e personalità da vendere per confrontarsi con loro. Nel suo background c'è sicuramente l'imprinting di John Prine, ma è facile individuare anche uno spicchio dell'elettricità dei Creedence nell'iniziale Pine Grove, l'ombra di Dylan nelle suggestioni rock-blues di POW Blues e il modello di Springsteen nella dolente Ballad Of A Retired Man, che non sfigurerebbe in mezzo a Nebraska. Quest'ultima, insieme all'epica Tom Barrett, è una delle grandi canzoni-racconto del disco, di quelle che potrebbero durare all'infinito, procedendo per lento accumulo di dettagli e notazioni sui personaggi. Non ha bridge, e neanche un ritornello: non male davvero per un quasi esordiente. Così come rischiano di passare inosservate certe scelte di arrangiamento, da condividere con il produttore Andrija Tokic: la tromba crepuscolare di One More Night, l'assolo di chitarra che squarcia all'improvviso Burning Down The Prairie, i riverberi elettrico-atmosferici di Appalachia Haze, l'agrodolce commiato, cullato dagli archi, di Road May Flood-It's A Heartache. Proprio il finale è un tocco di classe che sembra già da veterano, con quell'accorato tono da innamorato della sua terra, e i violini che tutto ricomprendono in un ideale abbraccio.