Together in Zero Space<small></small>
Derive • Elettronica

Grutronic And Evan Parker Together in Zero Space

2011 - Psi

03/04/2012 di Gianpaolo Galasi

#Grutronic And Evan Parker#Derive#Elettronica

Personalità curiosa ed eclettica, oltre che figura chiave dell'improvvisazione radicale europea degli ultimi quarant'anni, Evan Parker, che ormai è di casa anche dalle nostre parti grazie alla intensa attività legata ai colleghi dell'ElectroAcoustic Ensemble (Walter Prati in primis) e alle collaborazioni con la milanese Auditorium Edizioni, da almeno quindici anni si è attivamente dedicato a tener viva la propria creatività implementando e ampliando lo spettro delle proprie collaborazioni, mostrandosi così curiosamente onnivoro e tutt'altro che fermo nella capitalizzazione del proprio passato.

Ne siano a riprova alcuni recenti capitoli della sua attività, dal disco pubblicato pochi mesi fa con l'etichetta re:konstruKt di Istanbul - nuova caput mundi della sperimentazione globale? senz'altro uno dei suoi centri attualmente più caldi - registrato dal vivo all'Akbank Jazz Festival, alle recentissime uscite in casa Psi. Se il disco a nome Evan Parker & Matthew Wright ("Trance Maps", Psi 2011) si distanzia dalle recenti rielaborazioni di materiale già edito del sassofonista grazie alla attiva collaborazione di quest'ultimo in fase compositiva, Questo "Together in Zero Space" (dal nome del club di Bratislava dove la registrazione è stata effettuata) vede un deciso spostamento dell'idea di musica elettroacustica in territori nuovamente (o quasi) analogici.

Grutronic è un collettivo composto dai fratelli Stephen (tastiere) e Nicholas (processing) Grew, Richard Scott (synth) e David Ross (droscillator), con all'attivo altri tre album (di cui uno sempre su etichetta Psi e l'ultimo attualmente disponibile in download digitale dal loro myspace) e molti, usuali progetti solisti. Se dal vivo al Vortex Jazz Club di Londra i cinque hanno a tratti evocato le atmosfere della collaborazione tra Richard Teitelmbaum e Anthony Braxton, pur tenendosi su sentieri meno spettrali e più concreti, su disco confermano la bontà della propria, personale continuità con quanto realizzato in ambito impro dai tempi dell'SME di Parker e John Stevens, fino ai dischi ECM del nostro con il collettivo 'transatlantico', quanto rintracciabile sul metacrilato è una importante evoluzione e sintesi di un percorso che pare ancora tutto da rilanciare.

Non è un caso che nelle note di copertina, scritte da Richard Scott, il ricordo del compianto, visionario Stevens si mescoli con agganci teorici sulla molecolarità del suono per nulla peregrini. Intanto perché il batterista, scomparso diciassette anni orsono, per Scott è stato importante punto di riferimento (è rintracciabile on line una bella intervista fatta dall''allievo' al 'maestro'), in secondo luogo perché quanto potrete ascoltare qui è una musica composta da particelle la cui somma crea un panorama costantemente cangiante, dove le coordinate spaziotemporali, e le dinamiche stesse dell'interazione tra stasi e dinamicità, sembrano diretta emanazione di quanto riportato in un altro saggio di Scott, presentato all'Università di Belfast lo scorso anno e intitolato 'Interattività vs memoria infinita'.

Se le tecnologie gestuali nell'ambito dell'improvvisazione musicale si stanno spingendo verso un aumento di consapevolezza, piuttosto che verso ipotetiche nuove frontiere, essere cinici a causa della solita iperproduttività del mercato discografico e del crescente numero di artisti che si coinvolgono in nuovi progetti potrebbe essere un freno alla scoperta di tutto ciò che, a livello creativo, continua a mostrarci che alternative creative alla stasi e alla fissità culturale (e non solo) sono ancora possibili e, anzi, già in atto.



Track List

  • Filigree and circuitry
  • Mesomerism in rhythm