Carne cruda a colazione<small></small>
Italiana • Alternative • synth - punk

Giovanni Succi Carne cruda a colazione

2019 - La Tempesta Dischi - Soviet Studio / distr. Believe

07/10/2019 di Arianna Marsico

#Giovanni Succi#Italiana#Alternative

Carne cruda a colazione, secondo disco solista di Giovanni Succi, già nei Bachi da Pietra, dopo Con ghiaccio, è un disco che è realistico e sincero anche a costo di essere tagliente già dal titolo, con il quale in fondo ci ricorda che non siamo altro che “carne da cannone per Dio” come cantano gli Afterhours.  Dalla formazione milanese arriva il violino di Rodrigo D’Erasmo ad impreziosire questo spaccato di Piemonte (si senta ad esempio Grigia, che canta una città come Alessandria, a dire dell’autore “incantata” nel senso di non cantabile per il suo ostinato nascondere ogni sua peculiarità) pulsante e meditabondo, in cui ci si perde come nella bellissima Cabrio in cui il piano di Tristan Martinelli graffia il cuore. Un Piemonte che non è solo la patria di Succi e non è schiavo dei propri confini geografici, che sembra invece allargare alle solitudini urbane, a un mondo in cui “se non prende il cellulare, se c’è guerra nucleare” ci si trova isolati, “senza rete e senza amore”, pugnalati dai synth di Ivan Antonio Rossi (già produttore di Baustelle, The Zen Circus e Dimartino) che giocano con il punk e la bone machine di Waits.

La voce di Giovanni Succi mantiene sempre una sua morbidezza melodica, anche in brani come Algoritmo, sulla superficialità di parte dell’ascolto in streaming (e non solo di quello), che più risentono della vena robotica dei Kraftwerk.

Proprio a contrastare un ascolto distratto arriva Meglio di niente. È un notturno rumorista, fatto apposta per intrappolare nei suoi rovi. Giovanni dà le seguenti istruzioni per l’uso: “Non suonatela alle feste di compleanno, mai in sottofondo nei centri commerciali, nemmeno tra cent’anni, quando sarò del tutto digerito anche dai vermi. Non suonatela dai parrucchieri, nei negozi, non diffondetela all’ora della merenda. Non usatela per i lavori di casa, fareste solo danni. Niente bricolage o sport, ti toccherà sederti.”

In fondo al disco trovate Balene per me, una sorta di canzone per l’estate al contrario, che mantiene una certa orecchiabilità (“Nel mio mare amaro ma non sono manco triste/Nel mio mare amaro… Uh uh…”) ma canta la fine delle illusioni, l’inizio di estate diverse, non più infinite come quelle dell’infanzia.

Armatevi di cuffie per un ascolto in solitaria, staccando la connessione e perdendovi. Vi ritroverete, dolceamari e più consapevoli.

 

Track List

  • Povero zio
  • Algoritmo
  • Grazie per l’attesa
  • I melliflui
  • Cabrio
  • Arti
  • La risposta
  • Grigia
  • Meglio di niente
  • Balene per me *bonus track

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