Giovanni Falzone Quintet Around Coleman
2011 - Parco Della Musica
Giovanni è un artista attento sia alla tradizione che alle innovazioni e su Ornette Coleman vanta una conoscenza ed un affetto particolare derivante fin dai tempi del conservatorio, quando si dedicò ad una tesi sul grande jazzista texano.
Il quintetto responsabile di questo CD vede anche Francesco Bearzatti al sax tenore ed al clarinetto, Beppe Caruso al trombone, Paolino Della Porta al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria; un ensemble basato su timbriche forse più “rotonde” rispetto a quelle adottate da Ornette nel periodo a cui il disco fa riferimento, cioè a quell’intervallo tra il 1959 ed il 1961 immediatamente antecedente l’esplosione di Free Jazz.
Il baricentro delle citazioni colemaniane è derivato da The Shape Of jazz To Come (1959), dal quale Giovanni trae forse i due episodi più significativi: Lonely Woman e Congeniality. Gli ingredienti della filosofia di Ornette sono tutti richiamati: linee melodiche evidenti anche se armonicamente libere, ritmi non blindati, centri tonali non chiarissimi, strutture aperte all’improvvisazione concepita non come variazione sul tema ma come composizione “on the fly”. La rielaborazione che il quintetto propone è rispettosa di questi cardini ma è personale; i timbri sono meno acidi e taglienti rispetto agli originali per via della sostituzione del sax alto e della cornetta con il sax tenore (o con il legno del clarinetto) e con la tromba / trombone.
Gli elementi visionari tipici della musica di Coleman sono evidenti nelle trame ritmiche spezzate, discontinue nel loro incedere, e nelle battute completamente libere di Free, tratto da Change Of The Century (1960), e di Blues Connotation (da This Is Our Music – 1961), dove quintetto rinuncia a un po’ di quello swing “duro” dell’originale a favore di una coralità maggiore. D’altra parte il messaggio di quell’ “our” di Coleman stava proprio nella personalità della proposta e Giovanni giustamente codifica la sua.
Ai quattro brani del texano il cd aggiunge altrettante composizioni di Falzone che si integrano perfettamente con le precedenti a dimostrazione della confidenza che l’artista siciliano ha con il patrimonio di Coleman.
Fuga Mentale è l’episodio che ci ha coinvolto di più; le frasi tese e ribattute. la ritmica a step, lo splendido intervento del clarinetto (che riporta al 2011 una fusione tra il New Orleans e l’impro di stampo europeo) e l’alternarsi di solismi e unisoni ne fanno un episodio di assoluta qualità.
Altrettanto notevole è il senso di libertà in Ornette, nel quale emerge un senso stralunato del blues che sembra svanire nella leggerezza della tromba e del contrabbasso in una sorta di chiamata e risposta sempre più lasca, con un significato dei silenzi e delle dinamiche basse che richiamano una sensibilità tipica di certa musica contemporanea.
Un lavoro in grado di unire richiami culturali a stimoli istintivi di base; qualcuno potrà sostenere che Coleman era più incisivo ma vorremmo ricordare che ormai sono passati più di cinquant’anni da quei tempi e Giovanni, ovviamente, non può non tenerne conto. Con la dovuta apertura mentale questo Around Coleman è certamente una pagina degna di essere letta.