Prima di iniziare a leggere la recensione di I’m New Here visionate a tutto volume il video di ´Me And The Devil´ ed esprimete le vostre considerazioni: scrivete di getto su di un foglio tutte le vostre emozioni e ciò che il brano vi ricorda.
Gil Scott Heron non ha bisogno di presentazione, innanzitutto è un artista militante che esprime tutto ciò che proviene da quel mondo ´Nero´ in cui è nato: sin dagli anni ’70 il suo attivismo aderiva alla lotta per i diritti civili delle comunità afro-americane. La sua opera più famosa fu appunto "The Revolution Will Not Be Televised" (singolo tratto dal disco Pieces of a Man - 1971), è la colonna sonora per eccellenza di qualsiasi icona riot del nostro ‘900.
Non possiamo definire il nostro semplicemente come un musicista; Gil fa parte a pieno titolo dei poeti maledetti dell’epoca contemporanea e ce lo dimostra con le sue spoken word che oggi parlano e cantano del suo vissuto: turbolento, rivoluzionario, ´incline´ alle droghe e all’alcool (vecchia storia), ma aggrappato alla vita, alle idee, all’arte e alla sua poesia in musica; nel 2007 fu scarcerato dopo diversi periodi di detenzione e oggi a distanza di anni (13) ci regala il suo racconto di vita trascorsa dietro le sbarre: ´Me And The Devil´ (a proposito, brano e video ricordano le prodezze dei Prodigy ndr) apre la trama più oscura e di ´Faustiana´ memoria in cui il protagonista discute con la presenza del demonio. Basi dal suono sordo e misterioso valicano il territorio della musica hip hop e trip pop con massima abilità. L’elettronica non ha la meglio sui suoni più classici del blues come ´New York Is Killing Me´ o nella folk ballad ´I’m New Here´: nonostante le manipolazioni genetiche sonore, nei brani emerge su tutto quelle che sono le radici della musica black per eccellenza, come ci dimostra il soul di ´I’ll Take Care Of You´.
Il sound di questo disco tocca spesso i territori oscuri del trip hop ma l’esperienza umana è quella che porta il segno tangibile e visivo, rappresentato da quel volto segnato dal tempo e dalla vita ritratto in copertina che è Gil. Un disco che in circa mezzora può divertire e fare riflettere senza impegnare con inutili e lunghi sermoni. Bentornato Gil, rimani ancora qui con noi!