Il Mondo In Testa, ultimo disco di
Gegè Telesforo, è un balsamo profumato che lenisce le ferite di questi giorni di isolamento forzato. Dopo tanti lavori internazionali come
Fun Slow Ride (2016)
Gegè con questo disco ha deciso di tornare a casa per ripartire in viaggio. Tornare a casa significa ritrovare musicisti e cantanti con cui il rapporto è consolidato:
Daniela Spalletta,
Lello Analfino (leader dei
Tinturia),
Simona Severini, Ainè,
Pasquale Strizzi (tastiere),
Domenico Sanna,
Seby Burgio,
Christian Mascetta (chitarra),
Michele Santoleri (batteria),
Dario Deidda (basso),
Peppe Sannino (percussioni),
Max Ionata e
Alfonso Deidda (entrambi al sax). Un coacervo di voci e suoni così composito per esperienze ed età non ha reso però il lavoro disomogeneo anzi. È come se andate a immergere le mani in un sacco di iuta pieno di spezie e ve le portaste al naso…sentireste un profumo intenso, dove a volte a seconda del vento qualche nota si sente maggiormente (ad esempio i sax in
Sentieri Arditi ad esempio, forse la traccia più legata al jazz), ma nel complesso unitario.
Il Mondo In Testa è questo, complessità armonica e policromia che danno un risultato morbido e accogliente, niente affatto ostile.
Maestro di cerimonia è
Gegè Telesforo, spinto dalla sua immensa curiosità per ogni ambito dello scibile, dalla
“religione del movimento” dei versi di
Rabindranath Tagore. Che a partire dai viaggi per posti ancora sinceri e lontani de
Il mondo in testa (forse il brano più orecchiabile) ci porta a scoprire la dolce potenza del cuore in
Genetica Dell’Amore dove il soul – di
Ainè si fonde con gli intarsi sonori di flauto e percussioni.
Sorprendente è
Canción Para Sara nella sua morbida e malinconia sensualità. Struggente è la riproposizione, sul finale, de
La Religione Dell’Universo esclusivamente al piano. Nessun altro orpello, nemmeno una voce, per farci ascoltare il nostro respiro più profondo.
“L’anima tua è l’interno mondo” (
Hermann Hesse Siddharta)