Demon<small></small>
Rock Internazionale • Alternative • art-rock, new-prog, alt-rock

Gazpacho Demon

2014 - Kscope / Audioglobe

08/11/2014 di Matteo Mannocci

#Gazpacho#Rock Internazionale#Alternative #Alt-rock

I Gazpacho sono un’ottima band norvegese che trae la sua linfa vitale dal progressive e dalle atmosfere dark gotiche della loro nord Europa.

Demon, il loro ottavo lavoro in studio, è una chiarissima rappresentazione del loro potenziale immaginifico, sospeso a metà tra i King Crimson di Red e Islands e le sinfonie dark scandinave.

Un racconto formato da una colonna sonora divisa in 4 parti (I’ve Been Walking, divisa in 2 parti, l’indecifrabile e ipnotica The Wizard of Altai Mountain e la darkissima Death Room) e ispirato ad una storia molto inquietante, quella di un demone per l’appunto, che attraverso i secoli fa accadere cose malvagie nel mondo, conoscendo limiti e debolezze dell’animo umano, come raccontato da un manoscritto reale ritrovato in un appartamento di Praga, dove tutt’ora viene conservato.

Come i migliori lavori di art-rock, prima di giudicare Demon avrete bisogno di diversi ascolti: uno per cominciare a calarsi nell’opera, uno per seguire la complicata trama che si dipana nelle composizioni, una per superare il peso della durata delle composizioni, e infine quanto basta per assimilare la bellezza di questi quattro incredibili viaggi sonori.

Sin dalla prima traccia, la prima tranche di I’ve Been Walking, che funge anche da lunga introduzione al seguito, ci troviamo catapultati in una narrazione lirico-musicale fortissima, dove possiamo tagliare la tensione nell’aria. Il secondo episodio, l’unico di breve durata (all’incirca cinque minuti), The Wizard of Altai Mountain, nonostante dal punto di vista musicale sia il meno riuscito dei quattro, è probabilmente il più potente dal punto di vista narrativo: chiudete gli occhi e vi ritroverete in una festa paesana di un paese balcanico del diciottesimo secolo, come in una delle atmosfere tanto care ai registi espressionisti tedeschi degli anni ’20.

Vero pezzo forte del disco è la seconda parte di I’ve Been Walking: riprendendo in maniera più esasperata il tema e la trama della prima parte, in cui tranche strumentali, vuoti e cantato si sposano sempre alla perfezione.

Infine, la conclusiva Death Room è un enorme monolite, completamente nero, di venti minuti, in cui traspare tutta la claustrofobia e la depressione solamente accennate negli altri spezzoni del disco, giusta conclusione di questo concept denso di paura e ansia.

 

Per chi si ostina a dire che il progressive sia morto con gli anni ’70 e che tutta l’ondata di post-prog sia mero manierismo, Demon è la risposta più adatta, quaranta minuti di innovazione pura, (quasi) mai pesanti e di una grandissima forza creativa.

 

Track List

  • I`VE BEEN WALKING (PART 1)
  • THE WIZARD OF ALTAI MOUNTAIN
  • I`VE BEEN WALKING (PART 2)
  • DEATH ROOM