Franco Cerri Barber Shop 2-Novant`anni Suonati!
2016 - Abeat Records / IRD
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L'aspetto più evidente di Barber Shop 2 è proprio la sua distanza dal classico spirito del “disco-omaggio”, dove una pattuglia di illustri comprimari fa da corona al festeggiato. Qui siamo di fronte a un quartetto vero, compatto ed equilibrato, dove Cerri è un primus inter pares, ed è forse anche per questo che il negozio del barbiere apre per la seconda volta, a un paio d'anni dalla prima performance. Dado Moroni (piano), Riccardo Fioravanti (contrabbasso) e Stefano Bagnoli (batteria) creano un tessuto sonoro di grande elasticità e brillantezza dove il maestro distilla una per volta le sue note di sapore antico, tutte necessarie e straordinariamente intime, venate di malinconia.
Nella selezione dei pezzi, ciascuno porta un po' del suo, “come quando da ragazzi si faceva merenda” (sono parole di Cerri per Barber Shop 1, ma valgono anche per il secondo capitolo): tanto Ellington, una spruzzata di ritmi sudamericani, la tradizione italiana e un paio di pezzi del chitarrista. Una scelta consapevolmente “conservatrice” e mainstream, che risplende lucidissima dal lavoro del quartetto. Dado Moroni, scoperto e lanciato proprio da Cerri, ne è l'anima riconosciuta, capace di assecondare con grande competenza e polivalenza tutti i diversi mood dei pezzi, e aggiungendoci sempre del suo. Una performance di alto livello fin dall'iniziale Take The “A” Train, “classicone” che parte dilatato e rallentato e poi comincia improvvisamente a correre, scatenato dai tamburi di Bagnoli. Bluesette, standard del chitarrista e armonicista Toots Thielemans, a ritmo di samba, fa il paio con Copacabana per un languido viaggio nel sud. Roma Nun Fa' La Stupida Stasera si giova di un'introduzione molto libera, guidata da Moroni e assecondata dalla sezione ritmica: è uno dei frammenti più affascinanti del disco, suggellato dalla melodia proposta da Cerri. Se si guarda però alla costruzione dei brani, l'attenzione va soprattutto ai due pezzi firmati dal maestro. Pipo segna una svolta secca nella tracklist, e stupisce con il suo ritmo funk-rock che si trasforma in uno swing, con uno spigoloso assolo di Fioravanti; Isinesi si concentra proprio intorno al contrabbasso, incaricato di esporre il tema, tra melodia e mistero. Il morbido intreccio, malinconico e lievemente swing, tra la chitarra e il piano, in duo per There Will Never Be Another You, manda tutti a nanna. La bottega chiude, tra (autentici) applausi a scena aperta: “Il signore è servito!”.