Francesco Mussoni Tradimenti
2024 - TSCK Records
E, in mezzo ai tormentoni estivi, tra sole cuore amore e musichette accattivanti, ecco arrivare l'impatto sonoro e tematico del cinquantenne riminese Francesco Mussoni, che, coi suoi sette brani di Tradimenti, e con solo venticinque minuti, ci travolge e ci convince a un ascolto attento e profondo. L'autore stesso sostiene che ""L'idea iniziale del disco era quella di raccogliere tutti i singoli precedentemente pubblicati e riunirli in un’unica pubblicazione ma durante il processo di raccolta, nel 2021, si è verificato un fatto sorprendente: non sentivo più quei brani parte del mio modo di scrivere e di comunicare. In 3 anni la ricerca sugli arrangiamenti aveva preso strade non previste".
Nasce così un disco originale, ricco di spunti, tratti sia dall'attualità (Città forte), sia dalle esperienze esistenziali dello stesso artista, che, in questo caso, si avvale del meglio della scena riminese, da sempre fertile di talenti che si allontanano dallo stereotipo di una Riviera Romagnola dedita ad alimentare il rito del divertimentificio: troviamo infatti il compositore e arrangiatore Federico Mecozzi, la violinista Elisa Semprini, mentre il disco è prodotto da Gianluca Morelli, che cura anche il suono di artisti come Ellen River e Lorenzo Semprini.
Qui il luccichio delle discoteche e delle balere è lontano, e siamo più dalle parti di un Tondelli, che descriveva con penna caustica eppure affettuosa i "dimenticati da Dio", come canta in Quello che abbiamo "che ci porta lontano / semplicemente camminiamo / ci teniamo per mano...". Questo primo singolo descrive pienamente l'atmosfera che Mussoni vuole ricreare: piccole storie insieme personali e collettive, di un'umanità che sta cercando un senso, e che viene invitata a fermarsi nel suo cammino, per riflettere, magari lasciandosi trasportare dalla musica, che proprio in questo brano, nella lunga coda strumentale, ha un posto di primo piano, grazie a un arrangiamento in crescendo che coinvolge.
Ma tutte le canzoni hanno uguale bellezza e dignità, nei loro testi spontanei e poetici, e nelle melodie affascinanti, sorrette da tocchi strumentali di grande originalità; si ascolti ad esempio Spazio Libero, in cui la linea melodica si intreccia con il violino di Semprini e con un coro lieve, ma importante. Nella "tempesta di parole da dire" (Fiato), Mussoni si muove con eleganza e agilità, interpretando i propri pensieri e turbamenti con immediatezza e intensità espressiva, e si avverte nettamente la sua sincerità, anche quando affronta una composizione altrui, Vendemmia, del cantautore cesenate Enrico Farnedi, (il Rico Romano dei Good Fellas), premiata nel 2013 come migliore testo della nuova musica italiana sulle canzoni sulla Resistenza. I venticinque minuti di ascolto si concludono così, con un brivido di consapevolezza in più, e forse una risposta alla ricerca di senso indagata nel corso del lavoro.
Attendiamo Mussoni a una nuova prova, ancora più ricca di spunti; abbiamo bisogno di autori come lui.
Nasce così un disco originale, ricco di spunti, tratti sia dall'attualità (Città forte), sia dalle esperienze esistenziali dello stesso artista, che, in questo caso, si avvale del meglio della scena riminese, da sempre fertile di talenti che si allontanano dallo stereotipo di una Riviera Romagnola dedita ad alimentare il rito del divertimentificio: troviamo infatti il compositore e arrangiatore Federico Mecozzi, la violinista Elisa Semprini, mentre il disco è prodotto da Gianluca Morelli, che cura anche il suono di artisti come Ellen River e Lorenzo Semprini.
Qui il luccichio delle discoteche e delle balere è lontano, e siamo più dalle parti di un Tondelli, che descriveva con penna caustica eppure affettuosa i "dimenticati da Dio", come canta in Quello che abbiamo "che ci porta lontano / semplicemente camminiamo / ci teniamo per mano...". Questo primo singolo descrive pienamente l'atmosfera che Mussoni vuole ricreare: piccole storie insieme personali e collettive, di un'umanità che sta cercando un senso, e che viene invitata a fermarsi nel suo cammino, per riflettere, magari lasciandosi trasportare dalla musica, che proprio in questo brano, nella lunga coda strumentale, ha un posto di primo piano, grazie a un arrangiamento in crescendo che coinvolge.
Ma tutte le canzoni hanno uguale bellezza e dignità, nei loro testi spontanei e poetici, e nelle melodie affascinanti, sorrette da tocchi strumentali di grande originalità; si ascolti ad esempio Spazio Libero, in cui la linea melodica si intreccia con il violino di Semprini e con un coro lieve, ma importante. Nella "tempesta di parole da dire" (Fiato), Mussoni si muove con eleganza e agilità, interpretando i propri pensieri e turbamenti con immediatezza e intensità espressiva, e si avverte nettamente la sua sincerità, anche quando affronta una composizione altrui, Vendemmia, del cantautore cesenate Enrico Farnedi, (il Rico Romano dei Good Fellas), premiata nel 2013 come migliore testo della nuova musica italiana sulle canzoni sulla Resistenza. I venticinque minuti di ascolto si concludono così, con un brivido di consapevolezza in più, e forse una risposta alla ricerca di senso indagata nel corso del lavoro.
Attendiamo Mussoni a una nuova prova, ancora più ricca di spunti; abbiamo bisogno di autori come lui.
