Flor Flor
2014 - The Prisoner Records
Un ritorno c’era d’aspettarselo: infatti un anno fa Marcello Cunsolo ha pubblicato Lieve, edito dalla Viceversa Records; lo scorso aprile con la supervisione di Michele “Mezzala” Bitossi è uscito Flor (The Prisoner Records), un album composto da undici tracce, undici frammenti che ribadiscono il ritorno della storica band catanese.
Ma ripassiamo un po’ di storia: i Flor erano divenuti a metà degli anni ’90 un’istituzione, erano riusciti a portare in alto il nome della città di Catania, assieme a Virlinzi e co. erano tra gli esponenti di un movimento non troppo silenzioso che ha fatto guadagnare a Catania l’appellativo di Seattle d’Italia, storico ed indimenticabile è il live nell’Agosto del 1995 al Cibali assieme ai Radiohead.
Flor si apre prepotentemente con Lì per me, è come se fossimo spinti direttamente all’interno del disco, nessuna intro ed un ritornello estremamente orecchiabile; segue Guarda che bello una pezzo colmo di carica positiva, un testo gioioso e giocoso, è un monito a rialzarsi e a guardare avanti. Il sound di Alzati e cammina è più cupo di quello delle precedenti tracce, poi arriva Con Dio una ballata scarna ed autentica che ci riporta al passato, ci lega direttamente alla fine dello scorso secolo.
Le radici non si scordano e spesso le stesse sono fonte infinita di ispirazione, in Flor un brano è in dialetto siciliano: Comu cani, è il ritratto di una società che soffre come un cane con le spalle al muro, legato ed affamato, una società senza scampo. Quando vuoi è un enorme distesa strumentale decorata con splendide parole; Incastonati sigilla l’album, il pezzo dura poco più di sei minuti, è come se i Flor non volessero staccarsi dagli strumenti forse per paura di un ipotetico silenzio. Speriamo che questo non sia un nuovo addio, ma un arrivederci.
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