Feist Metals
2011 - Polidor-Universal
Metals ha accarezzato le orecchie e nutrito il mio corpo di un calore che, anche nei giorni più freddi di questo comunque mite inverno, mi ha rassicurato e protetto. Un album di belle canzoni scritte, e arrangiate, con uno stile personale che non impallidisce davanti a nessun grande autore. Feist ha solide radici nella song americana (viene in mente la grande capacità di scrittura della migliore Carol King tra le altre cose) o canadese (Caught A Long Wind, tra le altre, rimanda a Joni Mitchell) e un amore per il blues che traspare in filigrana senza mai emergere in modo evidente se non, forse, in Anti-Pioneer. Un grande ritorno dopo l’hit di Mushaboom del 2003.
In questo Metals non c’è una canzone che possa anche solo sembrare uno scarto e i riferimenti a certo pop alternativo alla Sufjan Stevens (come in Graveyard, Bittersweet Memories, How Come You Never Go There o nella splendida conclusiva Get It Wrong, Get It Right) non paiono essere per nulla casuali. Commotion ricorda vagamente il miglior Gabriel e la migliore Laurie Anderson accompagnati dal Kronos 4tet, e il crescendo di Undiscovered First lascia ammirati cosi come la dolcezza di Cicadas And Gulls. In più il lavoro di produzione di Gonzales è come sempre formidabile per misura e gusto cosi come quello del collega di scuderia Mocky.
E a proposito di Chilly Gonzales vorrei veramente sapere come sia possibile che il suo bellissimo lungometraggio Ivory Tower, presentato e premiato al festival di Locarno (con una immensa Peaches nel ruolo della donna contesa dai fratelli), non sia stato distribuito in Italia! Un film bizzarro, divertente e personale sulle regole e, soprattutto, sulle sue salvifiche eccezioni e ribaltamenti. Un film che insegna il piacere della sconfitta nutrita dalla fantasia a discapito dell’arida vittoria nel nome della regola. Un film che, attraverso una storia di due geniali fratelli campioni di scacchi, racconta di come, alla fine, anche la sconfitta, nel nome della fantasia e del ribaltamento delle regole, si possa trasformare in dolce vittoria. Un film che rimanda al migliore Wes Anderson e in cui il canadese Jason Charles Beck (aka Chilly Gonzalez) si occupa magistralmente di tutto: sceneggiatura, musica, regia e della parte dell’attore protagonista!
Ma, tornando al disco, anche la presenza dei fiati di Colin Stetson, sin dall’iniziale The Bad In Each Other, (il suo New History Warfare Vol 2 è stato per me il più bell’album dell’anno appena passato) aggiunge il fascino e la potenza di un suono che sa della fisicità degli elementi della natura di Big Sur dove il disco è stato registrato.
Un disco che sa di acqua, terra, vento e di quel fuoco che riscalda i nostri cuori infreddoliti.