Walkabout<small></small>
Derive • Suoni

Federico Squassabia Walkabout

2011 - Trovarobato Parade

22/07/2011 di Gianpaolo Galasi

#Federico Squassabia#Derive#Suoni

Spesso capitano dischi che incuriosiscono perché richiamano legami profondi, terreni fertili e idee feconde. E’ il caso di questo Walkabout, titolo di un vecchio film di Nicholas Roeg (psichedelico e visionario viaggio nel cuore di una involontaria iniziazione, con l’infanzia che lascia prepotentemente il posto a squarci di individualità e desiderio che, improrogabili, si fanno spazio alla coscienza, a costruire una nuova identità e un proprio essere nel mondo).

Gli aborigeni australiani attraversano il proprio territorio seguendo linee immaginarie; sono le songlines di cui parlava già Chatwin ne Le vie dei Canti, le impronte degli antenati, percorsi da seguire cantando. Riterritorializzazioni.   Non a caso Federico Squassabia, pianista, compositore, membro attivo del collettivo Improvvisatore Involontario, attento cultore tanto di Monk e Davis quanto di Pink Floyd e Radiohead, potrebbe indicarci come ‘avanguardia’ esattamente quell’etica, servendosi della musica come linguaggio, come valore forte in tempi in cui la musica viene sempre più spesso considerata come contenitore ‘debole’, da utilizzare per rafforzare logiche economiche, politico-culturali, comunicative, rispetto alle quali però rischia di passare in secondo piano, secondo un gioco di legittimazioni perverse e stranianti.  

E’ significativo che in questa ottica si decida di lavorare su un progetto che parte dalla composizione (addirittura dalla ‘forma canzone’) e da riferimenti narrativi ben precisi. Hemingway, il subcomandante Marcos, Sergio Leone, ma anche Vitaliano Trevisan, poliedrico scrittore, regista e attore, non a caso incentrato su temi quali memoria, esperienza, perdita, e sulla creatività della lingua (potremmo parlare forse di una militanza artistica antiretorica, di qui l’interesse per forme asciutte e sintetiche come quella della ‘canzone’) da un lato, e luoghi geografici ben precisi (Amsterdam, Bologna, Vicenza, Camargue, Faenza, Belfast, il Messico) dall’altro.  

Scrittura, dicevamo, quando l’asciugare il suono e il dono della sintesi fanno però rima con profondità e lavoro di cesello, come evidenziano i clusters e l’intarsio sulle ritmiche di Sophisticated Lady (Camargue), le progressioni ascendenti dell’iniziale Jellyfish Meat, il puntillismo dissolto nelle aperture melodiche di Shall we dance?, mentre Danilo Gallo (Francesco Bearzatti, Achille Succi, Daniele D’Agaro, Francesco Cusa) si dimostra attivo agitatore sonoro ‘dal basso’ (i grooves di The Jellyfish Meat, i bilanciamenti armonici di Across the river, l’attitudine e l’organizzazione dello spazio sonoro in C’era una volta il West), mentre Nelide Bandello (Riccardo Zegna, Ettore Fioravanti, Pietro Tonolo) in Una passeggiata ai giardini pubblici dimostra come l’uso dei linguaggio più sperimentale possa essere messo comodamente al servizio dell’espressività comunicativa più immediata.

Track List

  • The Jellyfish Meal (Amsterdam)
  • Across the River (Venezia and Ernest Hemingway)
  • C´era una Volta (the Wild West and Sergio Leone)
  • Squarcio (West Belfast)
  • Una Passeggiata ai Giardini Pubblici (Bologna)
  • Shall we Dance? (Faenza and Pamela´s dancing)
  • Don Durito Y Marcos (Mexican Walks and Subcomandante Marcos)
  • Sophisticated Lady (Camargue)
  • Un Mondo Meraviglioso (Vicenza and Vitaliano Trevisan)