Escape Hatch Roots of Unity
2017 - Whirlwind Recordings Ltd
#Escape Hatch#Jazz Blues Black#Jazz #Jazz #Ivo Neame #Julian Arguelles #Andrea Di Biase #Dave Hamblett
L’attuale progetto Roots of Unity, dedicato alla memoria del grande trombettista canadese Kenny Wheeler, realizzato col suo nuovo gruppo/trio Escape Hatch (“uscita di salvataggio” prettamente musicale), mostra tutte composizioni originali: un terzo scritte da Ivo Naime mentre le restanti sono a firma del contrabbassista milanese Andrea Di Biase, che, insieme al batterista Dave Hamblett, ha accompagnato buona parte delle ultime incisioni del pianista inglese.
Julian Arguelles, presente in ben quattro brani, è l’ospite di rilievo; il personale sassofonista di Birmingham (chi si ricorda i Loose Tubes?) ha calcato, con il suo mai scontato talento lirico, le scene del miglior jazz internazionale degli ultimi decenni.
Guidati dal pianista britannico, questo pregevole trio/quartetto, influenzato vagamente dai toni più misteriosi di compositori come Ligeti o dalla trasversalità di jazzisti moderni come l’osannatissimo sassofonista statunitense Steve Lehman, si rende protagonista di un jazz empirico, sensibile e tangibile, capace di stimolare e affascinare l’ascoltatore.
Lo dimostra fin da subito l’apertura criptica di Hysterical Revisionism (ma anche la successiva, inarrestabile e fluente musicalità di La Strega, firmata da Neame) che riassume nel titolo e nei suoni il mix eclettico su cui Roots of Unity si poggia, ovvero un fiume di citazioni jazzistiche miracolosamente equilibrate in un tutt’uno particolarmente coinvolgente. La title track (in trio senza Arguelles) scritta da Di Biase mostra una sequenza di interessanti variazioni ritmiche e una corposità dai risvolti emozionali sospesi su un tappeto melodico che con il passare tempo si fa sempre più leggero e arioso. Nonostante la varietà compositiva, la compattezza del disco è abbastanza sorprendente. Dal ricco quadretto multicolore di Moonbathing, al fatalismo di History Repeating fino alla dimensione quasi soundtrack di Dust and Moolight, i pezzi sono pervasi dallo stesso flusso vitale, un flusso denso di significati, profondi, talvolta malinconici.
In trio o quartetto (con Arguelles) Roots of Unity rimane sempre fedele a se stesso (al proprio significato), ci trascina in un progetto jazz cha abbraccia con personalità ogni esperienza passata, con gusto melodico e attitudine moderna; quasi un’ora di ottimo jazz dove non c’è niente di epidermico o di legato al sensazionalismo, che di contro ha, nella sua fluente, viscerale e sensoriale musicalità, un percorso da seguire, ascolto dopo ascolto, nello stupore di una rivelazione sonora sempre più ampia ed emozionale.
Escape Hatch - Roots of Unity: bollino garanzia per ogni appassionato jazz che si rispetti.