Ensemble Bîrûn MUSICA DELLE CORTI DA HERAT A ISTANBUL
2019 - Nota Dischi –bloc nota, 2018 2CD+libretto
Secondo Erguner, “L’arte vive con i suoi artisti e fiorisce dove trova uomini sensibili e appassionati.Sino al XIX secolo l’arte classica ottomana si è sviluppata nell’Enderùn e tra l’elite ottomana mentre oggi non esiste né un’elite né un palazzo e si trova a migrare verso il Birùn, dove ritrova i suoi appassionati. In questo senso Venezia è il luogo ideale dove la storia del passato può diventare storia del presente”. Sante parole! Concordiamo appieno su quanto afferma il flautista, che per l’impegno profuso in questi e altri progetti, meriterebbe un Oscar se non di più.
Questo è il quinto cd, pubblicato da Nota Edizioni (gli altri quattro, pubblicati con scadenza quasi annuale sono stati, “Compositori alla corte ottomana”, 2012; “Compositori armeni nella musica classica ottomana, 2013;” I maftirìm e le opere degli ebrei sefarditi nella musica classica ottomana”, 2015: ”I compositori greci del maqàm ottomano”,2016), sempre dallo stesso Ensemble, e coprono, qui, geograficamente e culturalmente, una vasta area, che va da Herat, nell’attuale Afghanistan, capitale un tempo dell’impero timuride, sino Istabul, passando però anche da Samarcanda, nell’attuale Uzbekistan, un tempo capitale dell’impero di Tamerlano (Timur Lenk).
Si possono ascoltare qui, composizioni, proposte, come da tradizione, per affinità modale e in forma di suite (fasil), con interludi improvvisati (taksim), l’andatura del canto è salmodiale, cantilenante ed ha un che di mistico e religioso, che porta nell’ascoltatore una sorte di “pace interiore”. Qualcosa di simile, l’avevo percepito anche durante un concerto di Nusrat Fateh Ali Khan, anni fa: intensità e partecipazione, frutto non solo di studi vocali, ma pure di un rigore stilistico, non comune. E per noi europei, è un po’difficile “entrare nell’ordine d’idee” di questa musica, avendo probabilmente altri schemi e idee musicali, in testa, ma forse una diversa educazione/approccio alla musica.
Al di là di ciò, qui la musica e suonata-eseguita-cantata da fior fior di musicisti. L’Ensemble è composto da Kudsi ERGUNER, direttore artistico (e lo sottolineo, marcandolo forte) e flauto ney; Zeynep Yildiz ABBASOGLU, cetra su tavola; Ahmet Faruk AYAZ, flauto ney, voce e percussioni;Christos BARBAS, flauto ney e voce; Ayberk COSSKUN, liuto a manico corto; Giovanni DE ZORZI, flauto ney;Abdurrahman DUZCAN, voce e percussioni; Selman ERGUNER, viola e flauto ney; Caglar FIDAN, voce;Victor NAVARRO GARCIA, percussioni; Hasan KIRIS, liuto a manico lungo; Giannia KOUTIS, voce e liuto a manico corto;Reza MIRJALALI, liuto a manico corto; Barak SAVAS, voce e violino; Ibrahim ETHEM UCAR, voce. Come si può notare dalla formazione, molti elementi provengono dalle più disparate località d’Europa e del Medio Oriente e già questo mi pare una “grande bella idea” d’integrazione fra le genti (dedicato a chi legge, o sa leggere e non vuol capire!). Di questo grande progetto, sulle note del cofanetto, Kudsi Erguner sottolinea:”Purtroppo , per una concezione sbagliata, una simile eredità viene detta ancora oggi “musica classica turca”: per me si tratta invece della musica classica di molte genti che hanno condiviso una storia in comune in seno all’impero ottomano. Non è quindi una musica fatta per essere apprezzata secondo l’appartenenza nazionale ma secondo il gusto di una cultura comune, esattamente come la musica classica europea”. Un capolavoro. Bravi la Nota Edizioni, la Fondazione Giorgio Cini, Giovanni De Zorzi, e il magnifico Ensemble del Maestro Kudsi Erguner.