Enrico Solazzo Perfect Journey
2023 - Millesuoni
Enrico Solazzo è un autore, arrangiatore, strumentista (tastiere), produttore con alle spalle una consistente carriera impiegata (il verbo è usato nel miglior senso possibile) nel sostegno e supporto ad artisti del calibro di Renato Carosone, Franco Califano, Riccardo Cocciante, Claudio Baglioni, Renato Zero, Antonello Venditti, Mario Biondi, Stefano Di Battista, Alex Britti, Nicky Nicolai, Fabrizio Bosso, Francesca Sortino, Biagio Antonacci e tanti altri.
Non proprio un novellino quindi e certamente nemmeno un parvenu nell’agone musicale ma, ad oggi, non vantava alcuna opera a suo nome. Con questo Perfect Journey Enrico esordisce (si fa per dire) come leader calando ben più di un asso di briscola, a dimostrazione del suo spessore di soggetto competente e creativo.
Il lavoro è di deciso stampo orchestrale ed è sviluppato con l’apporto di una quarantina di collaboratori che risulta impossibile enumerare; giusto per dare dei riferimenti, senza nulla voler togliere ai non menzionati, si evidenziano Gegé Munari (batteria), Roberto Gatto (batteria), Stefano Di Battista (sax soprano) e la famiglia dei Rosciglione (voce, contrabbasso, basso).
Il tutto per un lavoro che è un autentico caleidoscopio di spunti, dall’afro al latin, dal pop / rock al jazz, dal soul al rap.
L’impostazione di gran ensemble porta a composizioni soprattutto scritte in cui le sezioni improvvisate sono piuttosto limitate ad interventi “accessori” e decorativi; d’altro canto la sapienza negli arrangiamenti è notevole in tutti i passaggi, di qualunque genere si tratti, rendendo all’ascoltatore un’offerta ricca di stimoli e richiami.
L’approccio è scevro da retoriche di pieni, fortissimi e unisoni massivi; le risorse timbriche sono utilizzate valutando dettagli e sfumature sia che si tratti di solisti, che peraltro non esagerano in chorus autocompiacenti, che di brani cantati. Il vero protagonista è il collettivo con intrecci verticali più che orizzontali e con quindi una presa dinamica solida, mantenuta sulle altezze medie sempre proposta con un potere risolutivo ineccepibile.
Con questo intendiamo sottolineare la chiarezza delle trame delle quali si riesce ad apprezzare il contributo di tutte le voci, dai fiati alle percussioni, dalle corde alla chitarra, dalla voce alle tastiere, senza mai confondere od occultare i vari contributi.
Alla mente ritornano logiche alla Stevie Wonder, Bacharach (senza però le sue sdolcinature), Quincy Jones (anche se meno jazzate) fino a certe raffinatezze alla Peppe Vessicchio per il sobrio uso delle pronunce popolari.
Numerosi sono gli episodi che emozionano.
Crazy richiama le sapienze melodiche ed armoniche di Stevie Wonder.
El Negro Chino, brano di Ruben Rada, è una ripresa del candombe uruguayano in cui la pluralità percussiva è riarrangiata con fiati e cadenze del coro.
Paint The Picture rivede il rap come già Santana l’aveva elaborato in Supernatural, integrando il canto chitarristico (qui più accordale) con contributi delle ance.
Perfect Journey ha una trama world mescolata a una vena R’&’B.
Algo Azur è una delicata ballata con echi etnici mediterranei evocati soprattutto dalla voce di Fabiana Rosciglione, nella quale gli archi sostengono ma non si impongono e il sax soprano crea un efficace effetto pastorale.
Ci fermiamo qui con le citazioni delle tracce. L’importante è aver in qualche modo evidenziato l’estrema varietà della palette, godibilissima nella sua accessibile raffinatezza.
Tra il meglio di questo inizio 2023, soprattutto per l’indiscussa sapienza musicale a tutto tondo.