Enrico Pieranunzi Mads Vinding Alex Riel Yesterdays
2017 - Stunt Records / IRD
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La scelta del materiale alterna standard immortali, un paio di pezzi più ricercati e un solo brano originale del pianista. In Yesterdays (Jerome Kern) le sonorità rotonde e lo stile quasi chitarristico di Vinding si prendono il primo assolo, per poi lasciare il posto alle trame sempre più fitte e incalzanti del piano, che si acquieta solo nel finale per una elaborata ripresa del tema. Vignette è un oscuro e malinconico tema di Gary Peacock, sottolineato dall'ostinato degli accordi della mano sinistra, e Pieranunzi lo affronta al meglio, lavorando dentro e fuori il canovaccio armonico, con qualche piccolo intermezzo; la densità del fraseggio rimane alta, soprattutto se confrontata con la versione originale del trio di Jarrett. La rilettura di Fats Waller, in Jitterburg Waltz (l'originale è del 1942, eseguito niente meno che all'Hammond), è di altissimo livello: un saggio di pianismo delle origini adeguatamente aggiornato, carico di scoppiettante swing e blues, che sfrutta al meglio le irregolarità del tempo dispari. Di My Funny Valentine, classicissimo insieme all'“evansiana” My Foolish Heart, si nota il lavoro di squadra del trio e la costruzione del pezzo, la cui melodia originale è difficilmente riconoscibile. L'affascinante e lunga introduzione, ricca di accordi “sospesi”, crea un'atmosfera di attesa che si risolve in un'improvvisa accelerazione dove il piano e il contrabbasso si passano la mano, fino agli stacchi di Alex Riel nel finale. A Nameless Date, scritta di Pieranunzi, fa storia a sé: una romantica ballata dove frasi intimamente melodiche sfociano in altre nettamente più ritmiche, senza soluzione di continuità.