Enrico Blatti Espresso 443
2011 - Egea
In questo Espresso 443 Enrico si avvale del contributo di diversi musicisti assemblando una piccola orchestra dai timbri decisamente eterogenei ed originali; sax di Tonolo, clarinetto di Mirabassi, violino di Pellegrino, fisa di Pietrodarchi, contrabbasso di Luciani, arpa di Elena Trovato e percussioni di Pompei.
L’elenco degli strumenti enuncia chiaramente un progetto basato su musica scritta ed articolata su tutte le esperienze di Enrico, proposta in perfetto stile Egea, molto debitrice del lirismo alla Trovesi e del folk mediterraneo alla Coscia, assai narrativa e imparentata con un jazz soft e suadente che a tratti si avvicina alla musica da film d’arte.
Espresso 443 non è una colonna sonora e non fa sentire la mancanza delle immagini, che vengono evocate dalla note in modo libero e spontaneo. InterRail è il brano più esemplificativo del lavoro sia per gli intrecci strumentali, legati ai chorus del sax e del clarinetto accarezzati (e il verbo non è scelto a caso) dalla fisa e dall’arpa, che per i passaggi di un immaginario viaggio sul treno attraverso l’Europa ben raccontato da un violino che ci porta all’est. La struttura del brano è ad episodi successivi, quasi fosse una sequenza di fotogrammi impressi nella memoria e riprodotti dalla fantasia.
Questa logica a staffetta è peraltro adottata quasi ovunque nel lavoro, con un gioco di chiamata e risposta o di canoni che coinvolgono tutti gli strumenti in modo paritario, creando sequenze di colori e di timbri estremamente gradevoli, legati da un rigore compositivo che lascia però ampio spazio all’espressione dei singoli. Tano del Sud esalta in modo particolare la formazione classica di Enrico, che propone un violino imitato dagli altri compagni ed enfatizzato dall’arpa in una struttura a cavallo tra la sonata ed il notturno della seconda parte, con un divertente intervento del sax che vira tutto al jazz per essere poi ammorbidito dall’arpa e dal clarinetto.
Il contrappunto tra violino e l’arpa in Rossy’s Theme, seguiti dal sax e dalla fisa e continuati dal clarinetto su di un ritmo tangato sono un’altra chicca dell’interdisciplinarietà che caratterizza il lavoro. Stesso effetto in Radio Tirana, in cui emerge anche una grinta world tutta particolare, coerente al titolo del pezzo.
Un vero viaggio tra umori e colori, musica da prima classe.