Emanuele Sartoris e Roberto Cifarelli Inquadratura di Composizioni
2024 - Tuk Music
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Noto soprattutto per i suoi magistrali ritratti dal vivo dei più grandi jazzisti del mondo, Cifarelli coltiva da tempo anche una creatività a più ampio spettro, estremizzando alcuni effetti come il mosso e realizzando lavori di forte suggestione fiabesca, qualche volta ai limiti del surrealismo.
In Inquadratura di composizioni, il rapporto con Sartoris è paritario e osmotico: in alcuni casi il brano musicale ha fornito l'ispirazione per gli scatti, in altri il pianista ha utilizzato le fotografie come punto di partenza per le sue composizioni. Questo modus operandi si ricostruisce, oltre che con l'ascolto, anche con il materiale scaricabile attraverso un Qr code che include immagini, video e partiture: un complemento assolutamente imprescindibile per comprendere in profondità il senso del disco.
L'operazione prende forma tra due estremi che alternativamente si specchiano e si intrecciano, muovendosi tra il “fotografare la musica” e il “musicare la fotografia”, quest'ultima da intendersi come arte di ritrarre un soggetto ma anche come materia squisitamente tecnica. Ed è forse quest'ultimo l'aspetto più interessante.
Il pianista piemontese evoca l'importanza del chiaroscuro (Impro 1, nell'ombra della luce) e indaga l'uso dei soggetti riflessi su più piani (Rifessioni sonore), lavorando sullo specchiarsi di melodie e armonie. Il suo stile, che rivela una notevole contiguità con la musica classica, è all'insegna di una proficua creatività, tanto pacata quanto instancabile: i lunghi brani somigliano a itinerari che procedono per tappe, in cui il punto di arrivo è spesso diverso dal punto di partenza.
Sartoris non sembra acquietarsi mai e lungo il tragitto delle nove tracce non mancano increspature, asimmetrie, improvvisi cambi di ritmo. Tredici note di colore sembra voler “sgranare” il pentagramma (e ovviamente le sfumature coloristiche) giocando con pause e silenzi. Zefiro percorre la forma-canzone per arricchirla man mano di improvvisazioni, in uno stile che rievoca Keith Jarrett. Con Immobile si torna invece a cercare di rappresentare con le note una tecnica fotografica, quella del mosso: il pianista ne riecheggia le esasperazioni pigiando sul pedale del ritmo e dell'improvvisazione. “Inquadratura di composizioni” sembra di nuovo trasformarsi in “Composizioni di inquadrature”, in un gioco di rimandi che sarebbe un peccato non approfondire a dovere. Date a questo disco tutto il tempo che si merita: non ve ne pentirete!
Il consiglio è di recuperare anche un precedente lavoro di Sartoris, il raffinatissimo Notturni (2021), realizzato in coppia con il bandoneonista Daniele di Bonaventura (n.d.a.).