Eakos Lacrime di sangue
2024 - Noize Hills Records/The Orchard
La prima traccia è Chiuso nel Cubo in cui un cambiamento mescola tutti i piani che la voce narrante aveva fatto. Non sa bene ancora cosa cercare e tantomeno in che direzione andare per trovarla, ha fretta ed è cosciente che alla sua età nessuno gli concede altro tempo. Nel ritornello si rifugia nel suo cubo da dove può ammirare un cielo surreale e annulla tutte le sue aspettative, senza alcun rimpianto. Il beat è lento, ma con alcuni synth prende slancio. Per alleviare questo senso di colpa non resta che consolarsi con i corpi di altre fino a notte inoltrata, aprirsi con dialoghi a sprazzi, ma trova solo un muro di silenzi.
Con la title track Eakos analizza il proprio stato d’animo: i suoi dolori sono cicatrici nascoste, gli amici, sempre gli stessi che non si avvicinano più di tanto e i difetti, i luoghi, i problemi rimangono invariati. Tutto questo fa sgorgare un pianto, talmente amaro e doloroso che pare sangue, che gli provoca rabbia. Di sottofondo si avverte un ticchettio che si mescola con la batteria e il piano distorto. Così parla più in generale di quelle persone, se stesso compreso, che vogliono star bene solo quando fa comodo e si arrendono a una vita sempre in tensione.
Più movimentata, per l’utilizzo di tamburi e piatti da hit estiva, è Faccio un Giro in cui l'autore avverte la mancanza di una persona, ma non la prega di ritornare indietro in quanto non era felice con lui. Non gli resta che lasciare che i ricordi, ormai sbiaditi, lo trasportino in un flusso di coscienza, il solito suo cliché a cui si può solo aggrappare per chiederle di voltarsi; quando lo fa avverte una scarica di dopamina che lo rinvigorisce. In Nebbia narra una storia oscura di un ragazzo dai capelli che corti che conosceva di persona e di cui si poteva fidare. Passava le nottate rinchiuso in camera per scrivere, ma ora non ci crede più, spegne la voglia e la passione col silenzio, il cuore è fragile come vetro da ben dieci anni, la sua vita è nebbia fitta. Con acuti elementi elettronici ed una batteria che entra nel ritornello, si crea un’atmosfera di tristezza. L’ultimo brano è Rosso di Marte che parla di sogni naufragati e di cambiamenti nell’anima.
Il milanese ha voluto fotografare cosa significhi piangere, attraverso una presa di posizione in una società che vuole sempre più distaccarsi dalla ricerca di un equilibrio interiore. Con le produzioni di RudeBobo e The ego i brani spaziano dal rap al R&B, dal funk all'UK garage, per riflettere sull’umanità.